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Un ex soldato col vizio del gioco vive estorcendo denaro alle famiglie dei prigionieri di guerra. Catturato a sua volta dalle SS dovrà decidere se collaborare scoprendo chi è il capo della resistenza o mantenere fede ai propri valori. Capolavoro
Storia del riscatto morale del protagonista.
L’ex ufficiale Emanuele Bardone (De Sica) è un piccolo truffatore di mezza età col vizio del gioco e delle donne che, nella Genova del 1944 occupata dai tedeschi, sopravvive millantando influenti aderenze presso l’occupante ed estorcendo denaro ai familiari dei prigionieri politici. Smascherato si presterà a collaborare con lo scaltro colonnello Müller (Messemer) e, rinchiuso nel braccio politico della prigione milanese di San Vittore sotto le mentite spoglie del generale badogliano Giovanni Braccioforte della Rovere, si prodigherà per ottenere informazioni dai partigiani incarcerati, finché, venuto a conoscenza dell’identità del capo della Resistenza “Fabrizio”, si troverà dinanzi a un drammatico dilemma morale dal quale può dipendere la sua stessa esistenza. La pellicola, tratta da un racconto di Indro Montanelli – che nel carcere fu davvero rinchiuso e che si occupò anche della sceneggiatura insieme al regista, a Sergio Amidei e a Diego Fabbri –, ha nella parte ambientata a Genova (ma le riprese furono fatte a Roma), i suoi momenti più felici, determinati da una rappresentazione di matrice neorealistica della miseria morale e materiale delle città italiane afflitte dalle brutture della guerra civile, mentre la seconda parte, di ambientazione carceraria, rivela un’impostazione più retorica ed ordinaria. Vittorio De Sica interpreta magistralmente il suo personaggio, restituendone al meglio l’evoluzione psicologico-morale e confermandosi artista versatile e poliedrico, capace di destreggiarsi con pari talento fra cinema dei telefoni bianchi, commedia all’italiana, produzioni hollywoodiane, regia neorealista e, come in questo caso, interpretazioni drammatiche. Rossellini torna qui, dopo la trilogia sulla guerra, ai temi bellici e resistenziali e, pur lavorando su commissione, dirige con la consueta professionalità, riuscendo ad evitare eccessi sentimentali o didascalici. Nel cast anche: Vittorio Caprioli, Sandra Milo, Giovanna Ralli, Franco Interlenghi e Ivo Garrani.
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