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Ottimo libro
Quarto è il quarto romanzo consecutivo che leggo dei Bastardi. Non sono un patito di gialli né tanto meno di gialli cruenti... ecco perché mi piacciono i libri di De Giovanni : grandi romanzi di introspezione. Questo in particolare! Poi avendo vissuto 35 anni in Campania ritrovo la bellissima atmosfera di una Napoli che, nel bene e nel male, è Città unica, bellissima, affascinante.... magistralmente descritta da De Giovanni. Detto poi da un lombardo del profondo Nord.....
Deludente rispetto ai precedenti. Le due indagini risultano deboli e poco credibili soprattutto nella soluzione.
Recensioni
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«Chist'è 'o paese d' 'o sole, chist'è 'o paese d' 'o mare, chist'è 'o paese addó tutt' 'e pparole, so' doce o so' amare, so' sempe parole d'ammore!»
Quando si pensa a Napoli è difficile non lasciarsi trasportare dalla melodia armoniosa di questa celebre canzone scritta nel 1925 da Libero Bovio e interpretata dai più grandi cantautori italiani e stranieri. Versi famosi al punto tale da dar vita negli anni a una vera e propria memoria collettiva.
Bene, mettete per un attimo da parte questa visione elegiaca perché la Napoli che incontriamo nell’ultimo romanzo di de Giovanni è tutt'altro che questo, è una città dall’aspetto insolito, quasi irriconoscibile. Un posto crudele: freddissimo, anzi gelido al limite dell’inospitalità.
È una brutta bestia il freddo. Ti arriva addosso ed è una mazzata. Alla lunga entra nelle ossa e poi si infila nell’anima. E quando entra nell'anima inevitabilmente la cambia. Arriva all’improvviso il freddo ed è una sensazione pungente sulla pelle scoperta, inaridisce il cuore e ghiaccia i sentimenti. Ed è proprio ciò che accade nella nostra storia.
Nella Napoli colpita dal freddo impetuoso di uno strano novembre, un gelo che la città mal sopporta, si consuma un duplice omicidio: Biagio e Grazia Varricchio, fratello e sorella di origini calabresi arrivati a Napoli per rifarsi una vita, vengono assassinati nella loro abitazione, in via Egiziaca, in circostanze assai misteriose.
L’unica cosa certa è che i due avrebbero dovuto incontrarsi con il padre che non vedevano da diciassette anni perché appena uscito di galera dopo aver scontato una pena per omicidio. Chi conosceva le vittime sapeva che questo confronto era motivo di grande tensione per i due ragazzi. Da questa unica consapevolezza parte l’indagine dei Bastardi, il coraggioso, ormai noto, dipartimento di polizia che cerca di riscattarsi dall’eredità di una pessima fama.
Manca all'apparenza un movente e l'indagine sembra prendere subito una brutta piega con l’aumento del numero dei possibili indiziati. Non si può perdere altro tempo, è necessario concentrarsi su una valida pista e agire con risoluzione. Trovare presto l'assassino e chiudere il caso, non solo per ridare giustizia a quei corpi martoriati, ma anche perché le alte dirigenze non aspettano altro che un passo falso dei Bastardi per poter chiudere una volta per tutte il dipartimento.
Servirà la collaborazione, la sensibilità e l'ingegno di tutti gli agenti, ognuno con il proprio bagaglio di esperienze e con quel calore che sembra allontanare il gelo.
Chiunque abbia letto almeno uno dei romanzi di de Giovanni sa quanto è forte il rapporto che l'autore ha con la sua città e quanto quest’ultima si offra come scenario ideale per le sue storie: quante idee, quanti panorami si aprono all’autore ogni volta che entra in un vicolo. A Napoli le storie sono lì, a portata di mano. Poi però bisogna strutturarle, dar loro corpo e anima. E qui entra in gioco lo scrittore che deve plasmare il magma creativo che la città offre e dar vita ad una storia che sia forte e veritiera - come questa - dove un profondo senso di inadeguatezza attraversa le vite di tutti i personaggi, siano essi investigatori, indiziati, o vittime.
Nessun neomelodico, nessuna sceneggiata e nemmeno un Pulcinella con pizza e mandolino: la Napoli di de Giovanni è oscura ma viva, lontana da ogni cliché. Un posto dove «ognuno è portatore di un’invisibile croce e schiacciato da un destino senza nome, ognuno con il suo confine privato: due milioni di isole in un unico arcipelago senza ponti né traghetti» come scrive l’autore in uno splendido passo dal forte impatto emotivo.
Sappiamo che Partenope è una città che amplifica ogni cosa, priva com’è di silenzi e di distanze.
Anche l'amore è amplificato, nel bene e nel male. Lo descrive bene de Giovanni che narra un amore potente, ossessionante, sempre in bilico tra desiderio e sensi di colpa, un amore che nonostante tutto non riesce a sbocciare.
Gelo (meno strong e più armonioso e sentimentale rispetto agli altri della serie) analizza innanzitutto le passioni e le emozioni dei protagonisti. Ciò che conta non è soltanto il plot narrativo quanto il quadro umano che appare ai nostri occhi. Vengono messi a nudo i pensieri più segreti dei personaggi, che non ci lasciano indifferenti, ma anzi ci confondono e ci fanno stare male. Una commedia umana molto simile a quelle inscenate da Eduardo. Un noir sentimentale che consente a de Giovanni di raccontare la complessità di una metropoli unica nel panorama italiano, perché il crimine è il solo fazzoletto di terra in cui universi così distanti tra loro s’incontrano e si confondono.
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