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Di "Il Gangster" di Tere Tereba affascina la ricostruzione minuziosa da parte dell'autrice della vita del boss Mickey Cohen. Ex strillone, ohen diventò un gangster potentissimo e temuto, ma anche amato da stampa e pubblico. Il motivo di ciò risiede nell'intelligenza tattica di Cohen, che nei periodi di "magra" seppe riciclarsi come coltivatore di piante e gelataio. La biografia è da leggere per capire le connivenzee politiche, giudiziarie e mondane che permisero a una figura come quelle di Cohen, originale ma spietata, di condizionare il crimine organizzato. Ma del gangster affascinano le seccentricità, come quella di lavarsi le mani migliaia di volte al giorno o di possedere ville e appartamenti avveniristici, dove il cane preferito del delinquente, Mickey Jr, troneggiava coccolato come un figlio. La vita di Cohen allaccia anche alcune celebrità di Hollywood. Principalmente attrici che diventarono anche le amanti occasionali del boss e in primo luogo Lana Turner, che amò Stompanato, "allievo" e tirapiedi di Mickey. Cohen se la cavò sempre, ma fu incastrato, come Al Capone, dall'erario: per l'evasione di milioni di dollari finì in gattabuia. Il suo declino coincide col cambio della società americana, che sostituiva i vecchi miti come Gary Cooper e Ava Gardner con gli "insipidi" Sandra Dee e Troy Donahue e l'avvento sulla scena musicale dei Doors. Cohen conobbe il declino fisico a causa di un attentato in prigione da parte di un presunto psicotico. Divenuto disabile, concordò come una moderna star la stesura di una pagatissima biografia, che però non fu un successo, perchà disordinata e prolissa. Nonostante ciò divenne anche editore, prima di un giornale di gossip poi di altre testate. Si distingue come delinquente tentacolare e multiforme, attento alla moda. Arrivò a far rivestire, da capo a piedi, gli agenti di scorta che lo sorvegliavano.
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