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Raccolta di cataloghi originali, rilegati editorialmente, delle mostre allestite dal 16 gennaio al 2 dicembre 1975 di: Germano Olivotto, Arie Van Geest, Michel Sauer, Giuseppe Rivadossi, Franz Ringel, Peter Kampehl, Urano, Aspetti dell'Informale (senza catalogo), Giovanni Testori, Carlo Mo, Erotic Tantra Art, Edward Giobbi, Fernando Maza. Breve testo a cura della Galleria in fondo alla raccolta con elenco dei libri pubblicati e allestimento di mostre in sedi diverse dalla Galleria di Via Manzoni 45. Con ill. in nero e a colori. 12 cataloghi
Cm 25x17. pp. 14 cica a catalogo. . Ottimo (Fine). . . .Tra le mostre quella di Germano Olivotto, con presentazione di Umbro Apollonio (1975):
"Olivotto affronta il problema dello strutturarsi della realtà in presenza dell'intervento personale con accanimento e umiltà insieme, olrre che con sicurezza, rara quanto inattacabile, sull'importanza della conclusione perseguita [...] Il suo lavoro è noto si esercitò con le "sottolineature" e quindi con le "sostituzioni": dapprima evidenziò per mezzo di adeguata fluorescenza un particolare di natura - collinetta o scala; successivamente rimpiazzò un ramo d'albero con un tubo di neon. Taluni avrebbero potuto supporre che tutto ciò provocasse una contaminazione della natura; ma così non accadde, perchè l'intromissione di Olivotto no faceva altro che continuare il processo del fenomeno naturale".
O il catalogo di Giuseppe Rivadossi con le copertine in simil-legno che riproducono le venature del materiale:
"Ho visto lavorare il legno fin da quando ero bambino. Ho visto cresce boschi e tagliare alberi di ogni misura e qualità. Ho visto mio padre trasformare questi legni in meravigliose botti e in bellissimi carri per i contadini vicini. Fino a 25 anni fa, dove ora vivo, il rapporto uomo uomo, uomo natura, era ancora basato su un'etica antica. Poi arrivò l'industria e con essa ebbe inizio il saccheggio. [...] Arrivai così a queste ultime immagini nelle quali l'idea di un vivere diverso, di un vivere dentro, dentro la vita, dentro le cose della vita, è figurata attraverso strutture che realizzo partendo da una progettazione precisa e recuperando come linguaggio primario tutta la comune tecnica della falegnameria. Ora queste immagini e questo mobili nascono dal profondo della mia esperienza come un canto, di quella speranza e di quell'unica alternativa che ci sta davanti più che di nostalgia per il passato".
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