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testo che con lungimiranza (in quanto political incorrect) si propone all'insegna dell'"inutile anzi dannoso". Peccato che le tesi avanzate dall'autore siano di una autoindulgenza parossistica e così prosaicamente fallaci, da vanificare anche tale obiettivo. In realtà è un semi-inconscio grido di aiuto lanciato nel mare che, indifferente ma periglioso, circonda l'uomo che arditamente esiste dietro (o davanti) l'autore. Perchè dunque non aiutare questo coraggioso tentativo, l'Humana Pietas è una conquista antica, non desueta.
Eravamo sempre diretti nel bollare come spazzatura il delirio di chi dice che fumare non sia gravemente nocivo: la tecnica però falliva puntualmente perchè il tabagista estremo - tra cui coloro che gridano o scrivono più forte, o fanno movimenti in apparenza "per i fumatori" - usa una logica del tutto diversa da quella consueta (e che lui stesso usa negli altri ambiti della vita), diversa pure da quella del suicida. Lui accetta - seppure mai totalmente - qualsiasi contraddizione palese; per lui il motto "La libertà è schiavitù" di Orwell è di una concretezza fisica, infatti aspira prodotti con scritto "Il fumo i. Tutto ciò per spiegare perchè abbiamo dato un voto altissimo a questo testo: dimostra il delirio dei tabagisti estremi, gli effetti della dipendenza, e che le "sciocchezze" che scrivono altro non sono che un messaggio inviato non al mondo bensì alla parte di LORO stessi che gli grida "Smetti di fumare idiota, è per la tua sola salute, solo la tuaaaa!!". Cioè chi scrive ciò si rivolge alla parte sciocca di se stesso; ma vive un grave conflitto interno strutturale (per la dipendenza da nicotina; Festinger lo chiama "dissonanza cognitiva") che gli impedisce di inviarsi un messaggio chiaro. Possiamo comprendere il SENSO di quelle che altrimenti sembrerebbero solo sciocchezze cosmiche: "Un autentico cartello sanitario", o "etichette terrorizzanti per le sigarette". Possiamo capire anche qual'è il desiderato effetto pragmatico (cfr. Watzlawick, Beavin, Jackson) di "ma rischia di dimenticare che si muore perché si vive": è l'impasse, l'indecidibilità di colui a cui viene detto "Sii spontaneo", è lo scacco matto che ha chi sente Parmenide dirgli "Io mento"; ma questo ci accade solo se cadiamo nella trappola di credere che costoro siano completamente stupidi e che scrivano ad altri: si rivolgono a loro stessi, lo fanno in modo teatrale come gli isterici di Freud. Soprattutto sappiamo metacomunicare, e il metamessaggio di questi pensieri è uno solo "Non prendermi sul serio: aiutamiiii!!".
Un esempio di giornalismo. Contestare il pensiero unico con i fatti e la logica è possibile anche se non si è degli scienziati. Purché si abbia voglia di leggere ed informarsi.
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