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Uno dei disastri più dibattuti della storia.
«Cosa accadrebbe se un terremoto con una magnitudo superiore a 8,5 gradi colpisse una centrale nucleare giapponese? Sarebbe qualcosa di simile a Chernobyl... Ma non accadrà mai.» – Yuji Kurotani, capo del dipartimento per l'ispezione della sicurezza dell'energia nucleare, 1999
Quasi 24 ore dopo che lo tsunami si era abbattuto su Fukushima Daiichi, e proprio mentre le autopompe iniziavano a pompare l’acqua di mare dal pozzo, l’unità 1 esplose. La massiccia gru si era piegata come un ramoscello, precipitando sopra la sala di controllo del piano di rifornimento e sbriciolando tutto quello che non era stato polverizzato dall’esplosione. Era esploso il reattore? In quel caso, le radiazioni sprigionate sarebbero state fatali.
L'11 marzo 2011, un potentissimo tsunami si abbatté sulle coste del Giappone, provocando la morte di quasi sedicimila persone. A Fukushima, in quello che divenne il più devastante incidente industriale di tutti i tempi, centinaia di uomini e donne rimasero da solia fronteggiare il surriscaldamento incontrollato dei reattori, con il destino dell'intero Paese appeso a un filo. In pochi sanno cosa è successo davvero in quei giorni, e ancora meno sanno perché è successo. Come è stato possibile che uno stato così all'avanguardia nella tecnologia si facesse trovare impreparato? Dieci anni dopo sono finalmente emerse informazioni sufficienti per rispondere alla domanda. Questo è il primo libro che spiega il disastro di Fukushima indagando la storia poco conosciuta del nucleare in Giappone, attraverso gli eventi che lo trasformarono da prima vittima della bomba atomica nel più ardente sostenitore di questa fonte di energia. È una storia di innovazione e determinazione, ma anche di collusione politica e corruzione, di inganni e presunzione. Scandali, bugie e insabbiamenti hanno a lungo impedito una seria riforma, fino alle inimmaginabili conseguenze dell'incidente di Fukushima. Un saggio appassionato e coinvolgente che, come in Chernobyl 01:23:40, cerca la spiegazione non solo nelle risposte che possono darci la tecnologia e la scienza, ma anche nella storia e nella cultura di un Paese, e nell'imprevedibilità degli errori e delle risorse dell'agire umano.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Questo libro non parla solo del disastro di Fukushima D. (a cui è rilegato 1/2 capitoli, ma alla storia del Giappone in materie di politica energetica cominciata ben prima del 1900. Dalle centrali a carbone in poi, fino a trovare un'indipendenza energetica nel nucleare. Il libro il cui titolo tradotto in italiano è fuorviante in quanto il titolo originale in inglese "Storia dell'energia del Giappone". Si parla un po' di tutte le centrali nucleari (le più importanti) i problemi di manutenzione, la gestione privata dell'elettricità in Giappone è un apparato politico non sempre efficiente, "schiavo" dei privati abili nell'occultamento degli incidenti avvenuti nei decenni nelle varie centrali nucleari Nipponiche. Poco spazio alla parte del dopo disastro, sull'effettiva contaminazione dell'Oceano e gli effetti sulla popolazione. Anche la descrizione delle centrali nucleari e del loro funzionamento sono di tipo "scolastico". Poco incisivo a volte ripetitivo.
Ho letto questo libro dopo quello sull'incidente di Chernobyl. Anche in questo caso l'autore è molto accurato, documenta con precisione ogni sua affermazione e ha un approccio molto equilibrato. Si tratta di un testo molto più corposo del precedente (oltre 500 pagine), che all'inizio potrebbe scoraggiare perchè, prima di entrare nel vivo dell'incidente occorso alla centrale, l'autore ripercorre la storia alquanto complessa della gestione dell'energia in Giappone. E' stato molto bravo a descrivere un mondo a noi sconosciuto e complesso in cui la gestione privata di molti settori industriali, il profitto a tutti i costi, i rapporti complessi fra governo, privati e mafia, i legami fra singoli che si stabiliscono all'università e durano tutta la vita, e la scarsa trasparenza nell'informazione hanno creato le condizioni per un disastro che in parte si sarebbe potuto evitare. L'immagine che si ha comunemente del Giappone è di grande organizzazione, efficienza, disciplina e precisione, ma le vicende narrate raccontano una verità diversa e inquietante. La vicenda fa riflettere sulle problematiche legate all'uso dell'energia nucleare - a cui l'autore non è contrario in linea di principio - perchè è uno strumento molto potente che però deve essere gestito in modo impeccabile. Ci si domanda se siamo pronti per un tipo di energia così delicata da controllare perché ogni errore ha costi umani e ambientali incalcolabili che durano decine di anni. In conclusione, si tratta di una lettura impegnativa, che fa pensare, a tratti sconvolgente, ma che vale la pena affrontare se si vuole conoscere quanto è successo nella speranza di non replicare gli stessi errori.
Recensioni
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