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Probabilmente il limite maggiore di questo romanzo è quello di essere fin troppo legato ai due titoli precedenti della saga, ossia "Il testamento di Nobel" e "Finchè morte non ci separi"; è necessario conoscere questi due per dare un senso alla lettura di "Freddo Sud", che comunque mi pare meno riuscito dei precedenti, troppo studiato a tavolino. Anche i personaggi di contorno, che erano resi in maniera accettabile nei titoli precedenti, in questa storia non convincono troppo. Un "bonus" di mezzo voto per la scorrevolezza permette anche a questa opera minore di raggiungere la piena sufficienza (3/5)
Concordo con Claudio.Assegno un 2 ma con riserva.Non finiva più, ero tentata di abbandonare la lettura...Scontato (mi sono immaginata 'il colpevole' fin dalle prime pagine)e collegato al romanzo precedente per cui chi non lo aveva letto non capisce quasi niente.Talvolta confuso e pasticciato, spero per approssimativa traduzione, insomma un romanzo da non iniziare.
Questa volta la Marklund ha toppato di brutto. Capisco di voler fidelizzare i propri lettori puntando sempre sullo stesso protagonista, ma ogni romanzo, pur con rimandi ad altre preceddenti scritture, deve mantenere una linea autonoma. Questo invece, subito, si collega al precedente "Finchè morte non ci separi" al punto da far ritenere che si tratti di una unica storia. Naturalmente chi non lo ha letto resta assolutamente spiazzato o ancor peggio annoiato da una trama troppo complicata per esserne avvinti ed interessati. La scrittura della Marklund è sempre gradevole ma la lunghezza della vicenda (che con il precedente libro supera le 1000 pagine)la rende alla fine alquanto indigesta. Temo comunque che la cosa si possa ripetere con il prossimo scritto: alcuni personaggi essenziali alla fine scompaiono e non mi stupirei di vederli ricomparire prossimamente. Se poi questo prossimamente sarà alla distanza normale di pubblicazione della Marklund di circa un anno, sono certo che per l'epoca mi sarò dimenticato tutto.
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