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Fin dove sei disposto a spingerti per difendere tuo fratello?
«Anche se gli elementi della narrazione di Nesbø ci sono tutti - sangue, brutalità, sesso, alcol, musica rock, colpi di scena, imprevedibilità - questa volta sul piatto della narrazione è servita al lettore l'introspezione psicologica, la lacerazione dell'animo umano. Qualcosa di primoridiale e selvaggio» - Jessica Chia, la Lettura
«Un po' Lev Tolstoj un po' Agatha Christie "Il fratello" indaga la malvagità in seno alla famiglia. E ancora una volta fa centro» - Claudia Morgoglione, Robinson
«Siamo una famiglia. E dobbiamo restare uniti perché non abbiamo nessun altro. Amici, fidanzate, vicini, compaesani, lo Stato. Non sono che un'illusione e non valgono un cazzo il giorno in cui ti ritrovi veramente nel bisogno. Allora saremo noi contro loro, Roy. Noi contro tutti quanti gli altri.»
Carl, il fratello minore, se ne è andato da tempo in Minnesota dove è diventato imprenditore e da allora di lui non è arrivato che l'eco del suo successo. Ma ora che Carl è inaspettatamente tornato con il grandioso progetto di costruire un hotel e trasformare il paese in una località turistica, Roy si trova di nuovo a doverlo difendere dall'ostilità e dai sospetti degli altri. Come quando erano ragazzi, Roy cerca di proteggere Carl, ma suo malgrado si ritrova risucchiato in un passato che sperava sepolto per sempre. Dall'incontrastato maestro del crime scandinavo – 40 milioni di copie nel mondo – un thriller sulle menzogne, i segreti, i tradimenti nascosti dietro la rassicurante facciata della vita familiare.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Uno dei peggiori romanzi di Nesbo. Non appassiona, non intriga. Deludente.
Poche parole, e’ il numero uno
Un buon romanzo giallo, unico nel suo genere. Denso di personaggi singolari ognuno con una storia singolare. Al limite tra il grottesco e poliziesco coinvolge il lettore e lo porta con sé nelle peregrinazioni del protagonista. Lo consiglio per staccare da letture impegnative ed angoscianti, pur essendo questa un'opera moderatamente impegnativa per la vastità di nomi e personaggi. Consigliato
Recensioni
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Os, un podere montano del minuscolo paesino ai piedi del monte Ottertind nella Norvegia settentrionale. Settembre 2014. Inaspettatamente il 35 enne Carl Opgard torna dal Minnesota e sono nuovi guai, iniziati fin da quando il padre gli chiese, fragile 15enne, di dimostrarsi uomo e di uccidere il cane Dog, poi sgozzato invece dal protettivo duro fratello maggiore 16enne. Lo racconta lo stesso 36enne Roy Opgard, quasi vent’anni dopo, lui che è rimasto sempre lì a gestire la stazione di servizio e l’officina, burbero solitario silenzioso, dopo che i genitori morirono sulla strada di casa, sfracellandosi nello strapiombo all’altezza della curva delle Capre.
Carl arriva su una nera Cadillac de Ville, un modello più recente dello stesso pesante veicolo che aveva avuto papà, a bordo c’è anche la graziosa esile minuta moglie Shannon Alleyne, carnagione bianca, occhi bruni, corti capelli rosso ruggine, lentiggine sulla radice del naso, originaria di Barbados, divenuta architetto in Canada (dove aveva appunto incontrato pure il futuro marito, impegnato come imprenditore in un progetto edilizio). Carl se n’era andato da casa quindici anni prima, a cercar fortuna, senza più farsi vedere. Era il cocco di tutti, effeminato e irresistibile amicone, alto e aitante, allegro e sempre ottimista, brillante cinico delicato compassionevole. Torna perché non gli sta andando molto bene all’estero e vuole proporre il grandioso progetto di costruire un hotel-spa d’alta quota, in modo di trasformare Os in una ricercata località turistica. Gran parte dei compaesani si lascia presto convincere e in un anno e mezzo ne accadono di cotte e di crude. Tornano a galla tutte le storie e gli intrecci del passato, riemerge il contorto profondissimo legame morboso fra i due fratelli, si continua a indagare sugli incidenti delle auto cadute nel precipizio e ora sulle magagne del nuovo progetto. Roy prova a tenersene alla larga, si ricrede pur di salvare Carl, possono uscire dai guai solo insieme.
L’ottimo talentuoso fortunato Jo Nesbø (Oslo, 1960), già calciatore di A, agente di borsa, giornalista, chitarrista e paroliere (spesso negli stadi con la sua band Di Derre), da quasi venticinque anni è famoso nel mondo per gli ottimi lunghi noir della serie Harry Hole (ormai siamo tutti tragici holeomani), ma scrive spesso altri interessanti romanzi di genere (quando non ha da suonare o arrampicarsi). Questa volta ne Il fratello (643 pagine, 22 euro), tradotto da Eva Kampmann per Einaudi, le peculiarità stilistiche sono varie: la narrazione è sempre in prima persona al passato (proprio del protagonista che usa parlare poco); l’ambientazione lontana dalla metropoli e fissa sullo sperduto selvaggio gelido ecosistema di monti, foreste, laghi, stradacce e piccoli agglomerati (la pompa in mezzo alla neve della copertina); il tema un’introspezione psicologica della potente primordiale relazione di sangue fra due fratelli (da cui il titolo), pur molto diversi, divenuti inseparabili durante infanzia e adolescenza, a costo di scelte morali sbagliate e vittime; lo svolgimento una specifica rete di gelosie e rivalità, odi e amori, interessi e alleanze, falsità e pettegolezzi della comunità in un piccolo posto, connessi a inevitabili accidenti e crimini di tante esistenze individuali (effimere e precarie).
Possedere malvagità interiore è la ragione per cui il dolore di farsi del male è minore della gioia di poter trascinare a fondo con sé altre persone. Shannon preferisce il norvegese all’inglese, conoscendola meglio ma considerandola (forse) la lingua scritta più infelice del mondo; considera Sigrid Undset una sorta di second wave feminist; attribuisce correttamente il desiderio mimetico a René Girard: desideriamo quello che desiderano gli altri. Roy ama il blues sommesso e gli assolo (a solo?) minimalisti di J.J. Cale. Gli alcolici sono urgenti e abusati; molto ruota pure intorno al tabacco, in particolare allo snus americano (ben diverso da quello svedese)!
Recensione di Valerio Calzolaio
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