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Francis Bacon e l'ossessione di Michelangelo - Luigi Ficacci - copertina
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Francis Bacon e l'ossessione di Michelangelo - Luigi Ficacci - copertina

Descrizione


Nel 2008, a sedici anni dalla scomparsa dell'artista, nel pieno di uno sviluppo storiografico che deve rinunciare al rapporto con la sua persona e con l'evoluzione della sua opera, la critica si trova in una fase così delicata da richiedere una verifica del modo di leggere e recepire l'arte di Francis Bacon. Luigi Ficacci torna a indagare un aspetto particolare della sua poetica: il profondo rapporto che lega i due grandi maestri nell'identica percezione di un flusso della spiritualità umana in cui entrambi collocano l'arte, un flusso che condurrà l'occhio odierno a guardare Michelangelo con l'esilarante disperazione di Francis Bacon. Il fulcro del saggio è "Study from the Human Body" di Melbourne: un titolo simile avrebbe potuto essere attribuito facilmente a un disegno di Michelangelo. È un eroe-uomo colto in un passaggio di evanescenza dalla propria potenza; figura dalla sensualità oscura, gravata da un imprecisabile senso di tragedia, carica di potenza e disfatta. Bacon di spalle, mentre esce di scena, rivela un aspetto di grevezza del meccanismo della forza, qualcosa che svela il peso schiacciante della potenza e la vulnerabilità dell'uomo; ma anche lo stato latente della sua forza animale e la possibilità, nell'azione, di elevarsi istantaneamente a una violenza oltre i limiti; e anche che la potenza e la sua capacità di trasfigurare il corpo sono governati da un'incombenza dell'irrazionale o del fato, più che da un'azione determinata dalla volontà.
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Dettagli

2008
15 aprile 2008
79 p., ill. , Brossura
9788837055097

Voce della critica

Nella collana dal titolo cecchiano "Pesci rossi" è da poco uscito questo breve ma intenso saggio dedicato a Francis Bacon, incentrato sullo Study from the Human Body (1949) di Melbourne. L'analisi di Luigi Ficacci si mantiene in un difficile equilibrio tra il rispetto delle volontà dell'artista, che per tutta la vita ha sapientemente preordinato l'immagine che la critica avrebbe dovuto dare della sua pittura, e l'esigenza storica e filologica di verificare le dichiarazioni di intenti e i proclami di poetica degli artefici. Mettendo a confronto le interviste rilasciate dal pittore con la nuova documentazione ricavabile dal censimento dei materiali dello studio, e senza dimenticare la flagrante documentazione che viene dagli stessi quadri e dall'analisi che l'occhio esperto può dedurre dalle immagini, l'autore ricostruisce la portata rivoluzionaria dell'operazione condotta da Bacon; la tesi si sviluppa attraverso il confronto con l'opera di Michelangelo, un rapporto che è in realtà ben più profondo e totalizzante di quello stringente e notissimo con l'opera di Velázquez. Uno dei capolavori di quest'ultimo, il Ritratto di Innocenzo X, fu infatti ripreso da Bacon in continue varianti, scomposizioni, corruzioni, negazioni. Il legame con Buonarroti, invece, non è tanto legato a citazioni e trasmutazioni, pur presenti, ma alla medesima tensione esistenziale, alla continua oscillazione, che contraddistingue entrambi, tra i poli estremi di amore e morte, di erotismo e dannazione. Alla fine, sembra volerci dire Ficacci, non risulta più chiaro se sia Michelangelo a influenzare la nostra lettura esistenziale di Bacon o viceversa, ma questo in fondo non fa che esaltare la tragica attualità del loro desolato percorso artistico.
Claudio Gamba

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