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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2017
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Questo primo libro della saga è un grande prologo: vengono poste molte questioni, suscitate tante domande e si possono solo intuire le risposte, che sono rimandate ai volumi successivi. La scrittura della Bolzan è ricca e complessa, ma non per questo risulta pesante, tutt'altro. I personaggi sono imperfetti e perciò molto credibili. Rya non suscita molta simpatia, ma le parti in corsivo fanno ben sperare per la sua evoluzione. Non ho dato una valutazione maggiore solo per un motivo: il personaggio di Nemi è presentato come un don Giovanni e questo non mi da fastidio, ma una delle sue amanti è una ragazzina di circa quattordici anni, innamorata persa di lui e che, con l'ingenuità tipica della sua età, sogna il loro futuro matrimonio. Sono consapevole che l'autrice descrive un mondo medievale e che in quell'epoca una ragazza di quell'età sarebbe potuta essere già sposata, ma emotivamente la cosa mi ha disturbato. Per il resto sono curiosissima di continuare la storia e ho già iniziato il secondo volume.
Lo stile di Barbara Bolzan è davvero piacevole da leggere, scorrevole, ma assolutamente non scontato o troppo semplice. Le frasi sono sempre soppesate e decorate con esperta maestria, le descrizioni sono evocative, i periodi scorrono accompagnati da immagini, suoni e odori sempre stimolanti. La narrazione va sempre in accoppiata con i dialoghi ed entra in sintonia con essi. Non capitano mai occasioni in cui una sovrasta gli altri o viceversa, cosa non scontata. È questo ciò che ho amato di questo romanzo: il sentirmi parte di esso, l’osservare il paesaggio e le stagioni che cambiavano, percepire il vento tra le foglie e l’odore della foresta. Questa lettura è stato tutto ciò per me. Tutto questo senza mai avere sovrabbondanza di descrizioni o informazioni, il mistero che aleggia all’inizio viene svelato pian piano e mai del tutto, lasciando alte le aspettative per i prossimi volumi e la voglia di leggere il secondo. La storia è un po’ lenta e all’inizio ci mette un po’ a ingranare, ma il mistero lascia sempre viva la curiosità. Ammetto che non sempre sono riuscita a sentirmi in sintonia con Rya, specie perché a volte sembrava discostarsi un po’ dall’idea del personaggio che mi ero fatta: Rya appare come una donna forte ma con debolezze umane, come la paura, eppure rimane comunque forte, calcolatrice, attenta. Almeno è così che sembra la maggior parte delle volte, mentre alcune altre (succede poco ma comunque succede) ha reazioni che non mi aspettavo da lei, come diventare remissiva, oppure lasciarsi distrarre. Ma mi son detta che comunque errare è umano, e lei è molto giovane. A parte questo piccolo dettaglio, in generale tutto il romanzo sembra molto ben pensato e studiato nei minimi dettagli, lavorato fino a diventare splendido e lucente.
Barbara scrive in un modo che mi mancava trovare sulla carta: con calma, con abbondanza di particolari, in modo chiaro, ma intricato abbastanza da farti andare fuori di testa. Ho iniziato a leggere con la Rowling, che ha fantasia da vendere, e con la Meyer, che ci diceva quasi anche quando Bella andava in bagno. Perciò trovare questa narrazione lenta ma ricca di dettagli mi ha spiazzata e confortata allo stesso tempo. La storia viene raccontata da Rya. Di lei, inizialmente, sappiamo solo che è dispersa nella foresta di Mejixana, e che ha assistito a un omicidio. A tratti compare una Rya che ha già vissuto gli eventi raccontati, che osserva dal futuro e ci lascia qualche commento criptico e tutto da decifrare. Il mondo creato da Barbara ricalca il periodo Medievale; ci sono regni, sovrani e conflitti di interessi. Fracture ha come scopo quello di introdurre i personaggi e le ambientazioni, ma è un buonissimo prologo, che ha tutte le potenzialità per diventare qualcosa di incredibile.
Recensioni
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