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Anno edizione: 2008
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L'autore riserva al concetto di complessità una rilevanza epistemologica eccessiva. Tende ad equiparare l'idea di complessità a quella di imprevedibilità e quindi a darne una ipotesi stocastica propria della rappresentazione di sistemi non lineari. In questo senso l'autore si iscrive nella ritrovata vena metafisica della ricerca scientifca succesiva alla fallacia riduzionista del positivismo logico ed alla ingenua polemica antimetafisica che ha francamente perso la sua battaglia epistemica nei confronti della scuola razionalista che si avvale del formulario metafisico quanto il matematico si avvale dei numeri. L'importanza gnoseologica attribuita alla complessità dall'autore, pur se ridondante, attua nondimeno l'idea di una interessante equazione fra complessità ed imprevedibilità che più che individuare nei sistemi complessi naturali finisce per individuare nei sistemi sociali. Che la realtà sia semplice o complessa è una decisione del giudicante dello scienziato non un dato oggettivo: la realtà è reale ed ha un secondo ordine di intelligenza metafisica diverso dal primo ordine di esperienza sensibile nel cui ambito effettivamente l'idea id complessità si iscrive in un più ampio novero di concetti fortemente metafisici strutturanti lo scibile di tutte, ripeto tutte le scienze. Compresa l'economia ambito in cui l'autore finalmente enuncia con maggior sicurezza rispetto a quanto ha fatto coi sistemi naturali la sua idea di complessità. Un sistema economico è più complesso di un sistema ecologico naturale perchè al suo interno operano fattori o agenti integrativi della scena sociale che hanno condotta imprevedibile perchè le variabili sono psicologiche non materiali. Complessità quindi e psicologismo del sistema coincidono; se è in economia e non in fisica che si sono registrate le più importanti rilevazioni sistematiche della compelssità Gandolfi lo spiega e in questo suo personale contributo indubbiamente rende razionale e quindi importante la sua lettura.
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