L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
recensione di Vitale, A., L'Indice 1996, n.11
Esce per la collana "Ethologica" dell'Adelphi la traduzione della settima edizione del volume "I fondamenti dell'etologia" di Irenäus Eibl-Eibesfeldt (da segnalare anche la presenza in libreria di una nuova edizione di un altro classico dello stesso autore: "Amore e odio").La prima edizione è del 1967. Attraverso le varie successive versioni l'autore ha progressivamente allargato i confini del suo interesse per il comportamento animale, così come spiega la prefazione di Floriano Papi.
Dopo avere presentato la storia dei differenti approcci agli studi etologici, Eibl-Eibesfeldt dedica un affascinante capitolo al problema della stesura dei cataloghi comportamentali: gli etogrammi. Quindi nei primi quattordici capitoli si occupa di "come funziona" e "come si sviluppa" il comportamento. Rispetto alle edizioni precedenti, gli aggiornamenti riguardano soprattutto dati provenienti da studi di neuroetologia, coerentemente con lo sviluppo negli ultimi anni della tecnologia scientifica, che permette di individuare con la massima precisione i siti e le vie nervose che sottendono l'espressione di un particolare comportamento. Un esempio è la lunga trattazione sulle corrispondenze nervose che riguardano la visione e l'udito. Nonostante il carattere tecnico dell'argomento, l'interesse di un lettore curioso e non specialista è mantenuto vivo da una casistica che attinge a tutto il regno animale per fornire convincenti esempi. - questa una parte del libro ricchissima, che però qua e là soffre del difetto di fare riferimento principalmente a dati che non sono recenti (raramente si va oltre il 1980).Nel capitolo dedicato ai segnali sociali sarebbe interessante poter avere più ragguagli sulle elaborazioni teoriche di John Krebs e Richard Dawkins a proposito del significato dei segnali sociali e sulle successive elaborazioni di Marion Stamp Dawkins.
L'analisi è più rapida quando affronta il rapporto tra ecologia e comportamento, là dove le considerazioni funzionalistiche - "perché esiste quel determinato comportamento?" - trovano un campo d'applicazione più facile. Eibl-Eibesfeldt riesce a illustrare temi che si sono sviluppati posteriormente al suo passaggio dall'etologia animale all'etologia umana: pensiamo ai calcoli costi/benefici dell'ecologia comportamentale, ai modelli di ottimizzazione, alle strategie evolutivamente stabili (ESS) proposte da John Maynard Smith. Una critica che si potrebbe avanzare riguarda l'eccessiva schematizzazione delle possibilità di organizzazione sociale nei primati, mentre oggi si ritiene che i raggruppamenti sociali siano spesso più fluidi di quanto si possa pensare.
Ma è specialmente nella parte sull'etologia umana che Irenäus Eibl-Eibesfeldt fa sentire il peso della sua indiscutibile competenza (è attualmente direttore del dipartimento per lo studio dell'etologia umana presso il Max Planck Institut). Riferimento costante è in questo caso un altro libro di Eibl-Eibesfeldt, dedicato interamente all'etologia umana del 1987 (trad. italiana "Etologia umana: le basi biologiche e culturali del comportamento", Bollati Boringhieri, 1993). L'etologia umana è un terreno, a dir poco, minato. La possibilità di proporre mistificazioni e inesattezze è molto alta, sia nei termini di un miope riduzionismo biologico, sia in quelli di una eccessiva culturalizzazione del nostro agire. Eibl-Eibesfeldt riesce a evitare in maniera efficace ambedue le trappole. Applicando la lezione del 'continuum' darwiniano - una differenza "graduale", più che di "genere", ci separa dagli animali - lo studioso viennese identifica tutta una serie di comportamenti, specialmente segnali sociali, non acquisiti ma istintivi (in questo libro c'è un serio tentativo per far pace con questo termine ormai raro nella letteratura etologica), che hanno una precisa origine filogenetica. Da un'altra parte, però, riconosce all'uomo la possibilità di emanciparsi da tali istinti grazie alla cultura. A proposito dell'aggressività l'autore scrive: "- pure, l'uomo, l'unico essere che sia capace di porsi dei fini e di agire perfino in contrasto con le proprie tendenze innate". Eibl-Eibesfeldt riafferma l'esistenza di una tendenza innata all'aggressività nella specie 'Homo sapiens', ma nega decisamente che tale asserzione possa automaticamente trasformarsi in una giustificazione in termini biologici di violenze e guerre.
Una delle soluzioni qui proposte per arrivare a una coesistenza pacifica è quella di trasformare le città in luoghi nei quali la gente possa interagire a livello personale più a lungo, in modo da mettere in atto più agevolmente: di segnali inibitori della nostra naturale tendenza all'aggressività. Questi segnali sono efficaci solo nell'ambito di relazioni personalizzate (interessante, a questo proposito, è l'annotazione che le guerre si combattono sempre più con armi che sono efficaci sulla lunga distanza, senza che i contendenti si debbano incontrare).
Eibl-Eibesfeldt ha un grande pregio come etologo umano: riesce a non forzare mai la mano. Non è interessato a scoprire nessuna interpretazione nuova o rivoluzionaria del comportamento umano, ma vuole semplicemente trovare una collocazione del nostro agire che tenga presente al tempo stesso il nostro essere oggetto dell'evoluzione e il nostro essere "specialmente" umani. A questo proposito sarebbe stato utile trattare più estesamente (e in maniera più aggiornata) studi di tipo cognitivo che sono stati dedicati alle scimmie antropomorfe.
Nonostante la continua opera di aggiornamento (Eibl-Eibesfeldt sta già curando l'ottava edizione), "I fondamenti dell'etologia" rimane un libro che ha il suo punto di forza nella storia della disciplina, più che nel resoconto di ricerche recenti. Il libro non è una documentazione dello "stato dell'arte". Detto questo, da nessun'altra parte si può trovare un resoconto così accurato e così affascinante dei lavori dei padri di questa disciplina (l'opera è dedicata al padre di tutti, Konrad Lorenz, alla cui scuola il giovane Eibl-Eibesfeldt si formò).Un plauso va all'accurata traduzione, iniziata da Leo Pardi e portata a termine alla sua morte da Felicita Scapetti.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore