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Anno edizione: 2015
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Tredici "sale" in cui il pesarese D'Elia racconta "Nature morte e schizzi/ Ritratti e paesaggi/ La Riviera dei vizi/ E dei mille miraggi": la sua terra, quindi, com'era nella sua infanzia e com'è adesso, "Tra l'ultimo ventennio/ Del fosco Novecento/ E il gran fuoco d'incendio/ Del Terzo Millennio". Sempre obbedendo al severo richiamo etico e politico che ha contraddistinto la sua poesia dagli esordi, ma ora forse maggiormente attento a sfumature più elegiache e descrittive ("qui, dove il mare steso un panno azzurro/ sbatte a un filo"; "alla finestra tetti imbiancati, /un plumbeo cielo tacito sui viali...". Amici, amori, spiagge, prati; ma anche capannoni dismessi, inquinamento, droga, migranti e barboni, comunismo dimenticato e fascismo strisciante: "La circonvallazione industriale,/ le rotatorie al posto dei semafori", "quelli che senza affitto e senza paga/ s'accucciano in cartoni, stracci storti...", "Le ragazzine rom urtano i pasti,/ le sieste delle belle e riunte spose,/ gli yacht alla fonda e i grandiosi fasti/ degli ebbri ricchi e delle troie in pose...", "Bisca, bordello, pappatoia, alcova/ la gente della notte va all' assedio". Risentita coscienza civile che sembra cercare una sponda rigorosa nelle scelte formali, reiterate ossessivamente, quasi manieristicamente, per tutto il volume: quartine in metrica varia, dagli endecasillabi ai senari, con rime musicalmente ridondanti, e l'uso retorico dei tre puntini di sospensione finali (molto utilizzato da un altro poeta marchigiano, De Signoribus : entrambi memori forse della lezione di Holan). In uno stile che ricorda -più dei maestri citati in quarta di copertina, Leopardi e Saba- molti versi di Giudici ("Ventre lucente/ d'amata spuma,/ cresta ridente,/ mia marea bruna..." non ci riporta forse a "Pancia -sulla quale/ poso la guancia//...Letto di piume/ al mio fiume"?) Così numerose immagini di mare e adolescenza paiono inserite nel solco tracciato da Caproni, da Penna: poeti della tenerezza.
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