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Anno edizione: 2010
Anno edizione: 2015
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Una delle migliori introduzioni al dibattito sugli oggetti fittizi in filosofia disponibili nel panorama italiano
La verità (favola) della finzione - "Finzioni. Il far finta e i suoi oggetti" è un testo abbastanza ostico per chi non è addentro alla filosofia analitica, seguendo principalmente nel suo impianto un filo logico matematico, che attraverso l'analisi dell'opera d'arte letteraria affronta il tema, rinviato come per caso alle ultime pagine, della il-lusorietà (non-gioco) del mondo in cui viviamo, subconscio di un nostro destino creaturale, in cui recitiamo il ruolo di personaggi della vita, secondo un copione inconoscibile (il mondo), ma verosimilmente esistente. Nel testo, si possono incontrare Hume, Frege, Russell, Wittgenstein, gli omini verdi (non quelli dei semafori) e tanti altri autori anglo-americani, soltanto di fuggita Platone e Aristotele, non Hegel, Gadamer, Ricoeur, Benedetto Croce ed altri filosofi (continentali) che si sono occupati di Estetica letteraria. (4/5)
Recensioni
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La riflessione sulle opere d'invenzione fictions in inglese ha offerto numerosi spunti di discussione ai filosofi (analitici) contemporanei. Finzioni è una presentazione del relativo dibattito scritta da uno dei suoi protagonisti. Fin dal titolo è evidente l'influenza di Kendall Walton e del suo capolavoro Mimesis as Make-Believe. In Walton, la mimesis, intesa come (atto della) rappresentazione artistica, è analizzata nei termini del make-believe, il familiare atteggiamento o attività di far finta. Dando per scontata la stretta parentela tra mimesi e far finta, Voltolini può raccogliere sotto l'etichetta "finzione" cose diversissime, dalla fiction alle discussioni letterarie, dal teatro al gioco simbolico. Oltre che di finzioni (in questo senso ampio), il libro parla degli oggetti di finzione, ossia, essenzialmente, dei personaggi fittizi. Seguendo una metodologia oggi in voga, l'autore affronta la questione metafisica della natura dei personaggi come preliminare rispetto a quella, ontologica, della loro esistenza. Benché le sue simpatie vadano a una specifica posizione (i personaggi sono enti astratti creati dagli autori), Voltolini ha il merito di offrire una presentazione acuta ed equilibrata delle varie alternative dialettiche. L'ultima parte del libro introduce alcuni problemi di lungo corso che coinvolgono finzioni e stati epistemici/emotivi. La trattazione è adeguata, ma non sempre a livello del resto del libro. Il cosiddetto paradosso della finzione, ad esempio, è ridotto dall'autore al problema se si possano provare emozioni verso individui (noti come) inesistenti. Non si fa menzione, invece, dell'aspetto forse più intrigante del paradosso: l'esistenza di un fenomeno reale, gli stati emotivi indotti da una fiction, per il quale accettiamo spiegazioni che sappiamo essere, di fatto, false ("Perché sei spaventato?" "Perché un velociraptor sta attaccando la base!"). Finzioni è l'opera filosofica (analitica) in italiano più completa sulla fiction e i suoi personaggi ed è vivamente consigliata a chiunque abbia a cuore i destini metafisici di Minnie, Poirot e La montagna incantata. Una sola avvertenza. Benché il testo sia accessibile (le espressioni tecniche sono di regola introdotte esplicitamente), la lettura può risultare faticosa per chi non ha familiarità con temi e terminologia della filosofia analitica.
Giuseppe Spolaore
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