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Finestre (poesie edite e inedite 1939-1988)
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271 p.
9788871720166

Voce della critica


recensione di Clerici, L., L'Indice 1992, n. 5

"Genova antica, con la stecca alla persiana / all'insù, usa a dannare gente di lettere": in alcuni componimenti Nicola Ghiglione denuncia il silenzio nel quale la sua Liguria lo ha avvolto, in versi che esprimono un complesso rapporto con la città, vissuto dolorosamente per tutta la vita fra una pacificazione memoriale che trova nei quartieri amati di Genova e nel paese di Mign…nego due costanti correlativi oggettivi, e il perenne antagonismo con un ambiente culturale refrattario e chiuso: "E penso a te città ch'io volli... ma non ebbi amore". Poeta sconosciuto in patria, dunque, ma radicato nella sua terra ("Genova ha un grande poeta, ma quasi nessuno se ne accorge" ebbe a dichiarare Caproni quando venne assegnato a Ghiglione il premio Chiavari, aggiungendo subito: "E forse questo sarebbe stato il mio destino, se non mi fossi trasferito a Roma "), non sorprende che il nome di Nicola Ghiglione sia circolato pochissimo oltre il risvolto di Levante della provincia genovese, il solo luogo che ne ha incoraggiato il lavoro e onorata la memoria.
Certo, la sua è una poesia "difficile", per nulla consolatoria, aliena da quella facile melodiosità musicale individuata dal direttore del "Secolo XIX" Umberto V. Cavassa, in una recensione alla raccolta meno sconosciuta di Ghiglione, i "Canti civili" dell'esordio riproposti nel 1967, come consona al suo gusto e a quello della ricca borghesia genovese che nel quotidiano si riconosceva. Una Genova sorda e insieme gelosa custode di questa "clandestinità": solo il 7 per cento dei 170 testi poetici pubblicati da Ghiglione in riviste e quotidiani fu stampato fuori provincia, e sulla settantina di contributi critici disponibili ad oggi - in massima parte recensioni soprattutto giornalistiche -, più della metà si leggono ancora una volta all'ombra della lanterna.
Ecco, oggi, importante e opportuna, l'ampia silloge "Finestre" curata da Francesco De Nicola: 190 testi in buona parte irreperibili, dispersi o inediti, rivelano un percorso letterario lucido e articolato in diverse raccolte ordinate dal poeta in vista di una pubblicazione purtroppo solo postuma. L'introduzione di De Nicola chiarisce in senso documentario le tappe dell'attività poetica di Ghiglione (mettendo soprattutto l'ordine circa gli anni della formazione e dell'esordio), e gli apparati affiancano una dettagliata bibliografia delle opere a quella critica. "Finestre" è un libro che per la sua esaustività panoramica si rivolge a chiunque non conosca Ghiglione, senza perciò escludere coloro che ne hanno seguito l'attività letteraria fino ad oggi, ma insieme sollecita un bilancio critico complessivo perché mette a nostra disposizione informazioni filologiche, stato d'aggiornamento degli studi, quantità e varietà di testi.
Nove raccolte e due sezioni di belle "poesie sparse" a testimonianza di una vicenda complessa, e di numerosissimi esiti convincenti, allineati lungo la storia di una duplice ispirazione, comico-realistica, basso-corporea e creaturale, e di un sobrissimo ripiegamento interiore sempre trattenuto al di sotto della soglia dell'elegiaco tramite l'adozione di registri di ascendenza ermetica e postermetica. Così, all'impegno civile e pubblico della prima raccolta - componimenti d'indole gnomico-narrativa e di ampio respiro in cui la 'vis' polemica aggiorna il ribellismo scapigliato attingendo alle esperienze delle avanguardie storiche, con particolare riguardo all'espressionismo anche pittorico -, si alternano opere più affabilmente rivolte al lettore secondo formule non di rado epigrammatiche in cui trova voce tanto il pensare la propria poesia quanto la dimensione privata di quegli stessi temi condensati con violenza d'immaginazione nel poemetto corale "Canti civili". Non di rado, però, la vena anarcoide e libertaria, con i moduli espressivi ad essa congeniali, convive assieme a quella riflessiva e pacata della memoria, espressa - è naturale - in toni meno gridati e in enunciati sintatticamente più consequenziali. Allo stesso modo, un lessico crudo e realistico ed uno astrattamente simbolico si alternano o si affiancano, mentre, in alcune occasioni, icastiche immagini cifrate ne manifestano la suggestiva condensazione.
Ma, a rendere conto della complessità e dell'interesse di questo sperimentalismo indipendente e appartato, eppure a vocazione nazionale, occorre addirittura che si cominci a studiare davvero la poesia di Ghiglione.

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