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Anno edizione: 1997
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Già dalle prime righe, mi ha coinvolto molto e me lo ha fatto inserire nella top10 dei miei libri preferiti di sempre. Si tratta di un romanzo breve, intenso, avvincente. Traduzione impeccabile corredata da una introduzione del critico letterario Katō Shūichi. Lo stile, talvolta apparentemente confusionario poiché descrive un vero e proprio flusso di coscienza, talvolta semplice ed essenziale, presenta anche immagini poetiche che permettono di visualizzare mentalmente dei dettagli o degli interi paesaggi. Verso la fine, forse la conclusione è intuibile, eppure non si può non continuare ad andare avanti. Si può leggere in una volta sola con rapidità, vista la brevità, ma secondo me lascia davvero il segno. Peccato che di questo autore esista in italiano solo un'altra traduzione, un racconto breve intitolato "La palude": questo scrittore merita di essere accessibile al pubblico italiano, dato anche il successo che riportò in Giappone il secolo scorso.
Si, un vero peccato sia tradotto solo questo libro. Prosa perfetta ed evocativa.
Libro breve, intenso e impalpabile proprio come lo sarebbe un sogno che ricordiamo appena, e a inizio mattino ci lascia un senso di malinconia che non riusciamo a spiegare. E' un vero peccato che non ci sia altro materiale tradotto di questo autore.
Recensioni
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TAKEHIDO, FUKUNAGA, La fine del mondo, Marsilio, 1988
(recensione pubblicata per l'edizione del 1988)
AKINARI, UEDA, Racconti di pioggia e di luna, Marsilio, 1988
recensione di Della Casa, M., L'Indice 1988, n.10
Tra i suggestivi "Racconti di pioggia e di luna" del settecentesco Akinari e "La fine del mondo" del contemporaneo Takehito passano circa duecento anni: due secoli tumultuosi per il Giappone che è passato dal feudalesimo all'epoca tecnologica, conoscendo durante la seconda guerra mondiale, la 'fine del mondo' più spaventosa che allora si potesse immaginare. Due secoli che trasformano completamente la cultura, l'immaginario e, nel caso specifico, l'approccio alla letteratura fantastica. Due libri, di conseguenza , interessanti non per i punti di contatto o per le similitudini, ma perché permettono una prima lettura dell'evoluzione del fantastico nella letteratura giapponese. Nei "Racconti di pioggia e di luna", ad esempio, sono rielaborate, a volte in modo originale, vecchie leggende del folklore nipponico: spettri, apparizioni, donne-serpenti e uomini-pesce fluttuano in un'atmosfera senza tempo, proiezione di un 'epoca remota dove vivono monaci, samurai, imperatori, mercanti. Rispetto alle analoghe e contemporanee opere di autori occidentali, in Akinari è molta più accentuato l'aspetto fiabesco e la narrazione si fa lieve ed elegante, ma anche più distaccata e povera di pathos, come spesso avvene nelle fiabe, dell'Estremo Oriente. Gli stessi temi, probabilmente, (basti pensare all'evidente analogia tra la novella "La passione del serpente" e "Christabel" di S. T. Coleridge) avrebbero dato origine, nella tradizione occidentale, a leggende e racconti ben più drammatici, intrisi del dualismo bene-male. Nel complesso, l'opera di Akinari riflette un sistema sociale e di pensiero ben codificato e armonico in cui il fantastico e parte integrante della vita quotidiana e non provoca lacerazioni. Tutto il contrario, invece, avviene per Takehito, uno scrittore sperimentale tra i più importanti del Giappone contemporaneo. La fine del mondo è il dramma d'una donna alla ricerca della propria identità, soffocata da un marito perbenista e da una suocera egoista e possessiva. Con un perfetto meccanismo narrativo, nel quale si fondono i flashback, gli incubi dei protagonisti e l'incomunicabilità dei loro pensieri, Takehito racconta la fine annunciata della giovane Tami e l'implosione del mondo esterno nella sua follia, rappresentata dalla materializzazione del suo "doppio". È la crisi dell'uomo contemporaneo, incapace di risolvere il conflitto tra il proprio mondo interno e la realtà esterna; un tema universale, comune a tutto il mondo moderno, visto attraverso gli occhi d'un autore, che, grazie alla sua estrema sensibilità, riesce a fonderlo con la nitida descrizione del microcosmo della provincia giapponese di oggi.
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