L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Promo attive (1)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Sinceramente anche se la prosa di Oz è molto bella e poetica, questi racconti non li ho trovati per nulla accativanti. Il libro è breve, ma non scorreva, ho parecchi giorni e terminarli alternando un'altra lettura. Ho letto altre cose molto migliori di questo autore, forse essendo racconti egli anni '70, lo stile doveva ancora evolversi.
Comprato pensando che fosse l’ultimo libro scritto da Oz prima di morire (dicembre 2018), invece sono 2 racconti del 1970. La prima storia “Amore tardivo” rappresenta il decadimento fisico e mentale di un ex- militante che a fine anni ‘60 gira per kibbutz sperduti a spiegare i pericoli che corrono gli ebrei in Russia e nel mondo; un racconto tetro e pessimistico, pieno di terrore paranoico verso i comunisti. Non mi è piaciuto né il personaggio né la storia, eppure qua e là descrizioni di poche parole sottolineano magistralmente le situazioni. Il 2° racconto, che dà il titolo al libro, è ambientato in un Medioevo livido e tristissimo: una “crociata dei pezzenti” dalla Francia si muove verso Gerusalemme fra freddo, gelo,fame, razzie, follia e crudeltà. Un feroce sarcasmo dipinge i cristiani capaci delle più spietate abiezioni nel loro antisemitismo rozzo e superstizioso. È una discesa agli inferi dove odio e fanatismo portano alla morte, mentre la visione di Gerusalemme piano piano svanisce...”comprese che l’agognata Gerusalemme non era una città ma l’ultimo spiraglio di una vitalità che si andava spegnendo”. Questa seconda storia, benché cupa e atroce, contiene pagine di grande bellezza e prefigura il grande scrittore che Oz diventerà.
Amos Oz è morto da qualche giorno; questo è l'ultimo libro pubblicato prima della sua morte. In realtà sono due racconti, di cui uno porta il titolo del libro è l'altro è "Amore tardivo". Quest'ultimo ambientato a Tel Aviv negli anni fra il '60 e il '70. Il protagonista è un anziano conferenziere di origine russa che ogni venerdì si reca in un kibbutz diverso a parlare dell'odio dei comunisti russi verso gli ebrei. Ma è ormai anziano, non riesce più a sopportarsi. L'altro racconto ci porta invece nella provincia francese alla vigilia della prima crociata quando il signorotto locale decide di parteciparvi con tutti i suoi sudditi. Ma più della meta Gerusalemme, il loro obbiettivo sembra essere quello di ammazzare più ebrei possibile.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Il titolo dell’ultimo libro di Amos Oz giunto nelle librerie italiane da qualche tempo può sembrare beffardo, dopo la sua scomparsa. Finché morte non sopraggiunga (142 pagine, 15 euro), pubblicato da Feltrinelli e tradotto da Elena Loewenthal, è composto da due romanzi brevi, scritti circa mezzo secolo fa, da un uomo e da un autore che hanno certamente avuto un’evoluzione, come tutti, ma che non ha mai smesso di interrogarsi sulla solitudine e sul tempo, cioé sull’uomo.
Lo scrittore che ci ha da poco detto addio iniziava questo libro (uno dei suoi primi, dedicato al padre, il cui cognome, Klausner, aveva dismesso, per abbracciare Oz), scrivendo: «Ho ancora due o tre cosette da dire. Il tempo passa». La voce è quella di un anziano insegnante e conferenziere, Shraga Unger, che vive in una Tel Aviv di altri tempi (quella immediatamente successiva alla Guerra dei Sei Giorni), giunto vicino al declino inesorabile e al destino inevitabile della morte: è in pensione e, dopo una vita dedicata a denunciare la persecuzione bolscevica ai danni degli ebrei, la svolta antisemita di una rivoluzione a cui pure, inizialmente, ha medita malinconicamente sulla vita e su Israele. Qualcosa di abbastanza classico nell’opera di Oz, che però si sposa e si innesta con una seconda storia assolutamente sorprendente, un breve romanzo storico e in parte surreale, ambientato nel cuore di un’Europa crudele, alla fine dell’undicesimo secolo: protagonisti alcuni improvvisati aspiranti crociati che partono dalla Francia alla volta della Terra Santa.
Cosa accomuna Amore tardivo e l’altro romanzo breve (che dà il titolo all’intero libro), due testi così apparentemente distanti per tono, temi e tempi? Malinconia e solitudine, l’intreccio di morte e paura, lo spettro concretissimo dell’antisemitismo, l’odio millenario che si è riversato nel tempo sugli ebrei. Shraga, alle prese con un evidente decadimento del corpo, gira per kibbutz e nelle sue conferenze arringa la sua verità: che i bolscevichi abbiano come obiettivo primario lo sterminio degli ebrei; e vagheggia una Gerusalemme celeste come luogo di serenità definitiva. Parallelamente, parecchi secoli prima, ad Avignone, il conte Guillaume de Touron, vedovo e pieno di debiti, e lo stalliere, Claude Spallastorta, organizzano una spedizione con destinazione Gerusalemme, accogliendo l’appello del papa per una crociata: un viaggio in cui massacrano e torturano ebrei, che aumentano quanto più la meta si fa vicina, un viaggio segnato da presagi e presentimenti, uno su tutti, che nel gruppo ci sia un infiltrato, o uno spirito maligno, in ogni caso un giudeo, il nemico per eccellenza.
Sono pagine forse acerbe, forse di una purezza non compiuta e imperfetta – ma è un’opinione che può far acqua, perché pochi anni prima Oz aveva già pubblicato uno dei ruoi romanzi più importanti e amati, Michael Mio – ma comunque lucide, sorrette da una tensione morale identica a quella che all’inizio del terzo millennio lo scrittore israeliano, uno dei patriarchi mondiali delle lettere. Uno che ci mancherà per sempre e che non ci mancherà mai, finché i suoi libri saranno nelle case, nelle librerie e nelle biblioteche.
Recensione di Micol Treves
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore