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Anno edizione: 2021
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Contrariamente al solito, della vittoria in finale della nostra Nazionale di calcio nel campionato mondiale organizzato in Francia nel 1938 non tutti i tifosi italiani di allora ne furono lieti, voci di dissenso, qualche disappunto e qualche mugugno si levarono apertamente. Per le strade, infatti, non echeggiavano le note dell’inno di Mameli, o un qualche analogo d’epoca di “notti magiche, inseguendo un gol”, bensì le canzoni schiettamente di parte quali “Giovinezza” e “Faccetta nera”, ritornelli e slogan della sgradita dittatura fascista. Leonardo Gori ci descrive un clima particolare, surreale, caotico, certo festante per lo più, ma soprattutto contraddittorio, esultante e dissidente ad un tempo, in cui si muove l’ex ufficiale dei carabinieri, ora funzionario dei Servizi di informazione militare italiana, Bruno Arcieri, protagonista seriale di alcuni tra i più fortunati romanzi dello scrittore fiorentino. Quello che caratterizza l’insieme di questi racconti, che coprono l’arco temporale che va dagli anni Trenta fino ai tardi anni Sessanta, è proprio il personaggio principale. L’autore, infatti, ha fatto di Bruno Arcieri un testimone del tempo. Un acuto osservatore, un testimone serio, onesto, imparziale ed attendibile, un teste efficace ed affidabile, che meglio non si potrebbe. Al protagonista Bruno Arcieri si rappresenta, semmai ce ne fosse stato bisogno, che quel regime, in cui si vede costretto a barcamenarsi, è un percorso agli sgoccioli, che si sta dirigendo ad un brutto finale; se ne accorge valutando gli uomini al servizio diretto o indiretto del fascismo: bugiardi, traditori, voltagabbana, falsi, sleali, perfidi. Con persone così infide, senza valori, pregi, ideali, Bruno Arcieri, valente ufficiale dei Carabinieri, uomini per definizione di specchiata virtù ed integrità di valori e di lealtà, comprende che non si va da nessuna parte. Niente notti magiche di lì a venire, ma buie, stregate: un triste finale.
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