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Fima - Amos Oz - copertina
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Fima - Amos Oz - copertina

Descrizione


Efraim Numberg, detto Fima, ha cinquantaquattro anni e vive a Gerusalemme. È rimasto orfano di madre quando ne aveva dieci, con il padre ha una relazione complessa. Dopo aver fatto sperare molto come studente di storia prima e come poeta poi, la sua esistenza si è ben presto costellata di rinunce. È un personaggio contraddittorio, attento e distratto, malinconico ed entusiasta, profondo e balordo, pigro e senza ambizioni, trasandato, ma amato dagli amici e con uno strano fascino. Attorno a lui gravitano l'ex moglie Yael col suo nuovo marito; l'amico Zvi Kropotkin riuscito laddove lui ha fallito; il padre Baruch che sperava che il figlio gli subentrasse nella sua azienda di cosmetici; l'amante Nina, moglie dell'amico Uri; e il figlio di Yael, Dimi.
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Dettagli

2007
Tascabile
18 giugno 2007
295 p., Brossura
9788807818042

Valutazioni e recensioni

3,25/5
Recensioni: 3/5
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Me
Recensioni: 4/5

Per Amos Oz ha senso parlare di realismo in scrittura, e in questi tempi ansiosi di pirotecniche possono essere messi in ombra i suoi luoghi e i suoi personaggi, come la famiglia separata in casa in apertura di romanzo, con i suoi dettagli inclementi: la statuine intagliata, il poster al muro e le bambole nella camera della figlia utilizzata dal padre, lo studio per la moglie ricavato nella casa del vicino, la inesorabilità dei quartieri di Gerusalemme con suoi giornali radio a ripetizione, eppure lentamente la scrittura di Oz ti invade, e il suo mondo diventa il tuo, ti convoca e tu non puoi proprio disertare.

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Rigus68
Recensioni: 2/5

L’eroe del romanzo, Efraim (Fima) goffo, balordo, confusionario ma anche visionario, è a metà strada tra i protagonisti del Berretto a Sonagli di Pirandello (il buffone) e di La Versione di Barney di Richler. Non è più il ragazzino Uriel che nel Monte del Cattivo Consiglio sognava di cacciare gl’Inglesi e gli arabi dai territori della Palestina. Ora cresciuto, a 54 anni, si accorge che gli Ebrei hanno ridotto in schiavitù i poveri palestinesi e denuncia apertamente questi soprusi con dure parole: “noi siamo i cosacchi e loro, gli arabi, le vittime del pogrom”; “gli arabi dei territori sono le nostre bestie da soma”; “devono continuare fino alla fine dei tempi a pulirci in silenzio i gabinetti”?; “li facciamo fuori giorno dopo giorno, loro e i loro bambini … solo perché hanno la sfrontatezza di non essere riconoscenti per il grande onore toccatogli, quello di pulire le fogne del popolo eletto in attesa dell’arrivo de Messia”. Questa è forse la parte nobile che riscatta l’intero romanzo, assieme a perle disseminate, descrittive del paesaggio gerosolimitano. Per il resto, è di ben difficile lettura, perché impregnato di divagazioni senza fine e più che ripetitive. Parafrasando lo stesso Oz, Efraim rivela “la logorrea sperperata e la menzogna sotto le quali è sepolta la sua vita”. Di nuovo, citando Oz, il racconto si potrebbe così catalogare: “sgocciola via, giorno dopo giorno, tra bollitori bruciati e scarafaggi morti” senza contare l’esagerato numero di volte in cui Fima s’ingozza di fette di pane nero e marmellata. Ed eccelsi voli pindarici: “cominciò a schiacciarsi le pustoline … lo spappolamento di quei minuscoli ascessi e lo schizzo di grasso giallastro gli provocarono un lieve godimento”. Grandioso! Bisogna navigare sotto costa per impedire che il nostro burchiello naufraghi miseramente … per la noia, ovviamente. Solo un grande navigatore come Colombo potrebbe giungere all’approdo di fine lettura.

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furetto60
Recensioni: 5/5

Per mantenere un metro di giudizio equo, ai libri di Oz tolgo in partenza una “palla”, come dovessi gareggiare con Bolton e lui mi concede venti metri di vantaggio (ma pure cinquanta va’), e cerco di scovare difetti o note stonate che mi permettano, alla fine, di emettere il giudizio massimo. Ma con Fima è una partita persa, è tra i suoi romanzi più riusciti, tanto lirico quanto equilibrato, un personaggio indimenticabile.

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Conosci l'autore

Amos Oz

1939, Gerusalemme

Amos Oz (pseudonimo di Amos Klausner) è stato uno scrittore e saggista israeliano. Ha studiato all’università ebraica di Gerusalemme e a Oxford. Partecipa attivamente al dibattito politico per una risoluzione del conflitto israeliano-palestinese, cui ha dedicato i saggi In terra di Israele (1983) e Contro il fanatismo (2004), oltre che numerosi interventi sulla stampa internazionale. Nei suoi numerosi romanzi – il cui punto di vista privilegiato è quello delle relazioni di coppia o generazionali – riflette i conflitti aperti nella società israeliana e la difficile convivenza delle due culture, europea e araba, in una visione ironica, priva di ottimismo: Michael mio (1968), Un giusto riposo (1982), La scatola nera (1987), Conoscere una donna (1989),...

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