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Ampia e interessante intervista a Giuseppe Riconda sugli autori e i temi portanti del suo itinerario filosofico, condotta da Marco Brignone, allievo dello stesso Riconda. Riconda, uno degli allievi più significativi avuti da L. Pareyson, ha nella sua ampia e variegata attività portato avanti molti dei temi del suo maestro - a cui bisogna aggiungere il nome di A. Del Noce, come l'altro punto di riferimento centrale nell'indagine di Riconda -, che vengono sinteticamente indicati nella breve prefazione di Gianluca Cuozzo. L'intervista, pur essendo condotta in più di un'occasione in modo forse un po' troppo 'simpatetico' con la prospettiva dell'intervistato, si legge con grande piacere e interesse anche per i vari riferimenti culturali legati alla formazione dello stesso Riconda, avvenuta a Torino nei primissimi anni '50. Se di ciò si discute nei primi due capitoli del libro, dal terzo si inizia a prendere in considerazione i lavori di Riconda, a partire dalla rielaborazione della sua tesi di laurea (discussa nel '55 con Guzzo) su Ugo Spirito. Nel seguito dell'intervista, fino all'ottavo e ultimo capitolo, si viene a parlare di James, Whitehead, Schopenhauer, Scheler, Kant, Schelling, Horkheimer, Kierkegaard, Rosmini, Manzoni, il pensiero russo e Pascal, per finire con qualche considerazione proprio sui due maestri Pareyson e Del Noce; insomma, tutti gli autori su cui maggiormente Riconda si è soffermato mediante quel "filosofare attraverso la storia della filosofia", presentato come tratto caratteristico della sua riflessione. Al di là dei molti spunti presenti nell'intervista, il centro della prospettiva di Riconda - che parla della propria prospettiva come di un "personalismo ontologico, antinomico ed escatologico" - è quella di un primato del momento religioso su quello filosofico, con un fortissimo richiamo alla teoria della partecipazione (forse senza focalizzarsi abbastanza, almeno qui, sulle difficoltà teoretiche che tale concezione sin da Platone porta con sé).
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