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Quarto capitolo delle avventure di Uhtred durante la nascita del regno d'Inghilterra. Bernard Cornwell è un grande narratore che questa volta lascia più spazio alla fantasia. Un'ambientazione meno vasta rispetto al solito e un obiettivo chiaro, rendono questo romanzo scorrevole e appassionante. Nuovi personaggi e vecchie conoscenze si alternano mantenendo alta la qualità di questa saga. Non vedo l'ora di continuare a seguire le avventure di questo signore della guerra, sempre diviso tra re Alfredo e il richiamo degli dei pagani.
Impareggiabile. Ecco cos’è Cornwell. I suoi libri sono un perfetto connubio tra storia, avventura e guerra, inseriti in un contesto a dir poco impeccabile. La narrazione è fluida, intrigante e sempre più appassionante con il procedere delle pagine. Diciamolo: seguire Uhtred di Bebbanburg in battaglia è qualcosa di eccezionale, qualcosa che ti lascia col fiato sospeso, ti senti trascinare dalla stessa magnifica furia, provi lo stesso trascinante entusiasmo mentre le spade vengono incrociate e gli scudi sbattono, subito prima di ritrovarsi nell’orrore del muro di scudi. Però il valore dei libri di Cornwell non sta soltanto nell’abilità di quest’ultimo come narratore, ma anche nella grande passione e nell’accuratezza storica che riesce a trasmettere. Seppur in modo romanzato, infatti, ci fa conoscere una sfaccettatura della storia ben poco nota, quali sono le invasioni norrene delle isole britanniche e il regno di Alfredo il Grande che pose le basi della futura Inghilterra. Un’epoca cupa, per certi versi bruttale, con un pizzico di misticismo, egregiamente ricreata. L’unica “stranezza”, non per forza da considerarsi un difetto, è il ruolo dello stesso Uhtred. In un certo senso il nostro eroe sembra quasi un osservatore, mi è sembrato di vedere la storia di altri attraverso di lui. Rimane l’indubbio protagonista di tutte le azioni, però anziché portare avanti la propria storia appare come una pedina (decisiva) nella partita di altri. Come ho già detto non vedo assolutamente questo come un difetto, anzi se è un modo dell’autore per farci vedere altro di questo magnifico periodo non possiamo che ringraziarlo! Partendo ovviamente dal presupposto che la mia impressione non sia in realtà errata.
Impareggiabile. Ecco cos’è Cornwell. I suoi libri sono un perfetto connubio tra storia, avventura e guerra, inseriti in un contesto a dir poco impeccabile. La narrazione è fluida, intrigante e sempre più appassionante con il procedere delle pagine. Diciamolo: seguire Uhtred di Bebbanburg in battaglia è qualcosa di eccezionale, qualcosa che ti lascia col fiato sospeso, ti senti trascinare dalla stessa magnifica furia, provi lo stesso trascinante entusiasmo mentre le spade vengono incrociate e gli scudi sbattono, subito prima di ritrovarsi nell’orrore del muro di scudi. Però il valore dei libri di Cornwell non sta soltanto nell’abilità di quest’ultimo come narratore, ma anche nella grande passione e nell’accuratezza storica che riesce a trasmettere. Seppur in modo romanzato, infatti, ci fa conoscere una sfaccettatura della storia ben poco nota, quali sono le invasioni norrene delle isole britanniche e il regno di Alfredo il Grande che pose le basi della futura Inghilterra. Un’epoca cupa, per certi versi bruttale, con un pizzico di misticismo, egregiamente ricreata. L’unica “stranezza”, non per forza da considerarsi un difetto, è il ruolo dello stesso Uhtred. In un certo senso il nostro eroe sembra quasi un osservatore, mi è sembrato di vedere la storia di altri attraverso di lui. Rimane l’indubbio protagonista di tutte le azioni, però anziché portare avanti la propria storia appare come una pedina (decisiva) nella partita di altri. Come ho già detto non vedo assolutamente questo come un difetto, anzi se è un modo dell’autore per farci vedere altro di questo magnifico periodo non possiamo che ringraziarlo! Partendo ovviamente dal presupposto che la mia impressione non sia in realtà errata.
Recensioni
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