Propr. A. Suzanne G., attrice francese. Già da allieva dell’Accademia di Parigi mostra uno spiccato temperamento drammatico, che le permette di entrare nei ranghi della Comédie-Française dove si fa onore e, nel contempo, di esordire sul grande schermo con Treize à table (Tredici a tavola, 1956) di A. Hunebelle. Il cinema resta per lei marginale rispetto ai ruoli teatrali fino a che, nel 1960, con Rocco e i suoi fratelli, L. Visconti cuce sulla sua recitazione nervosa e profonda la parte della giovane prostituta Nadia. Innumerevoli i suoi ruoli successivi fra set francesi e italiani, con personaggi sempre ben definiti e arricchiti da una bellezza non convenzionale, plasmabile fino al grottesco della femmina villosa e barbuta di La donna scimmia (1964) di M. Ferreri. Dopo un premio a Venezia per la migliore interpretazione in Tre camere a Manhattan (1965) di M. Carné, passa alle astratte figure femminili di Ferreri in Dillinger è morto e Il seme dell’uomo, entrambi del 1969, cui seguono decine di altre pellicole, che poco o nulla aggiungono alla sua carriera. Dopo una lunga serie di convenzionali fiction televisive, ricompare settantenne nello smagliante ed efferato ruolo della madre nel drammatico La pianista (2001) di M. Haneke. Lo stesso regista le affida poi la parte della madre del giornalista televisivo in Niente da nascondere (2005).