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Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2020
La poesia, si sa, sta sempre peggio.
I racconti vendono poco? La poesia meno.
La narrativa di qualità fatica in libreria? La poesia non ci arriva proprio.
Il campo letterario è fatto di gruppi? Quello poetico di conventicole.
I romanzieri non arrivano a fine mese? I poeti crepano direttamente di fame.
Eppure non si dice che dietro a ogni romanziere c’è un poeta fallito? Non è ovvio che una poesia davvero riuscita sfondi barriere che un grande romanzo può solo sfiorare? Vi è contraddizione profonda nella poesia e nel modo in cui ci rapportiamo a essa, come mette ben in luce Ben Lerner, noto come romanziere per Nel mondo a venire (Sellerio) ma anzitutto poeta (e valido: si legga Le figure di Lichtenberg, edito da Tlon), nel suo brillante saggio Odiare la poesia, uscito sempre per Sellerio, dove si suggerisce che la poesia è fatta proprio per non piacere, per non interessare, per essere odiata, e che però da tale paradosso si alimenta la sua prossimità alla natura umana.
Che fare allora? Forse solo ribadire che c’è ancora, sugli scaffali, poesia che merita di esser letta e consigliata.
Vanni Santoni
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