Nel mondo antico le immagini e la realtà che esse raffigurano sono il risultato di una costruzione. In Grecia i luoghi dell’aggregazione sociale costituiscono lo sfondo su cui si muove una comunità concettuale di esseri viventi ed effigi di dèi, eroi, antenati. Queste non sono meno concrete degli individui in carne e ossa e formano una comunità saldando passato e presente, attualizzando significati, ruoli, destini. Fra idealizzazione e realismo, la rappresentazione del corpo istituisce una metafora in cui parte della società antica si mette in scena affermandosi come classe elitaria. Oltre la costruzione del corpo come discorso sociale idealizzato, questi saggi ampliano lo sguardo a Oriente, alla Persia o al passato dell’Anatolia ittita e della Creta palaziale; rivolgono l’attenzione a forme problematiche della rappresentazione virile, come nel teatro o nell’etica aristotelica ed epicurea; fanno emergere figure del corpo vulnerabile e osceno che connotano negativamente le classi inferiori, le donne, gli stranieri. Archeologi e storici approfondiscono la riflessione su un tema che esercita fascino attraverso i secoli e mostra la complessità di mondi culturali articolati e fecondi.)
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