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Dopo quello che è passato alla storia come il Gennaio di sangue il cinico ispettore scozzese torna ad affrontare se stesso e una città in un gioco pericoloso e disperato che rischia di essergli fatale.
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Trama contorta, ma leggibile. Concordo con la recensione precedente... non si trova più un detective normale!! Anche le signore detective si danno ad eccessi!! Traumi, morti in famiglia e via dicendo re dono i nostri eroi poco felici e piuttosto scostanti. I bei Poirot, Sherlock and etc. Sono un ricordo. Non resta che rileggere il nostro Montalbano che al massimo si concede qualche scappatella.....
In una Glasgow grigia, fredda, piovosa con tendenza a nevicate, l’ispettore McCoy e il suo capo Murray danno la caccia a uno spietato assassino che non solo mutila orribilmente le sue vittime, ma anche incide sulla loro pelle parole di scherno (il petto della prima vittima, un famoso giocatore del Celtic, reca la scritta bye bye). La trama del noir si snoda sull’arco di 10 giorni, dal 10 al 19 febbraio 1973. E’ un poliziesco fuori dagli schemi: l’identità dell’assassino è nota fin dalle prime battute, un certo Connoly, guardia del corpo di Jake Scobie, personaggio di stampo mafioso. Connoly è un pazzoide che si droga massicciamente con Black Bomber e Mandrax, divora libri su Hitler e la Gestapo ed è talmente fuori di testa da custodire nel suo covo schiere di bottiglie piene di piscio e sacchetti pieni di merda, accuratamente pesati. Eppure è una specie di Primula Rossa, un Fantômas che si sottrae alla cattura e scompare nel nulla pur con la polizia alle calcagna. L’ispettore McCoy, per di più, è in bilico tra legalità e crimine: si droga, beve smodatamente, fa comunella con fuorilegge e, in un eccesso d’ira, arriva a uccidere. Solo a piccole dosi, e a ritmi troppo lenti, il lettore viene a sapere che fu traumatizzato e violentato in gioventù in un orfanotrofio. Trauma che non è mai riuscito a scrollarsi di dosso. Direi che negli ultimi decenni i noir si sono evoluti presentandoci detective e poliziotti ben lontani dalla signorile figura di Sherlock Holmes: sono tutte persone tarate e con grosse difficoltà esistenziali. Ho paura che ci dovremo adattare a questo ribaltamento d’immagine fino a quando il flusso s’invertirà. Entra in scena anche un pazzoide di neurochirurgo, dedito alla lobotomia, che alla fine sarà un deus ex machina che risolverà il caso, anche se in maniera orribile. Si lascia leggere, questo noir, ma la trama è contorta e macchinosa e non troppo appetibile. C’è un’aria soffocante. Dopo Gennaio e ora Febbraio ci aspettano altri dieci mesi di romanzi?
Recensioni
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