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LIBRO

Figliastri di Stalin. Mosca, Berlino e la formazione della RDT

Name: Figliastri di Stalin. Mosca, Berlino e la formazione della RDT
Price: 18.65 EUR
Availability: InStock
Author: Wilfried Loth
ISBN: 8839203931

di Wilfried Loth (Autore)

R. D'Agata (Curatore)

Quattroventi, 1997

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Dettagli

Autore:

Wilfried Loth

Curatore:

R. D'Agata

Editore:

Quattroventi

Collana:

Biblioteca di storia

Anno edizione:

1997

In commercio dal:

1 febbraio 1997

Tipo:

Libro universitario

Pagine:

286 p.

EAN:

9788839203939

Voce della critica

recensione di Boehme-Kuby, S., L'Indice 1995, n. 5
recensione pubblicata per l'edizione originale del 1994

Loth, storico all'università di Essen, ha approfondito i suoi studi sulla Germania postbellica negli archivi della ex Ddr e dell'Urss, accessibili dopo il 1989. Confrontando molteplici fonti nel loro contesto storico (v. la ricca bibliografia), arriva a conclusioni che sconvolgono alcuni stereotipi dell'ideologia tedesco-occidentale: l'inevitabilità della spaccatura del Reich in due stati, di cui l'Urss sarebbe stata la principale responsabile: l'Urss avrebbe, cioè, assoggettato la Germania fino all'Elba, imponendole il regime sovietico per avere un avamposto utile a mire espansionistiche a ovest. La presunta minaccia russa, profondamente radicata nell'immaginario collettivo, divenne la base dell'integrazione atlantica della Brd e del suo rifiuto a trattare con la Ddr per oltre vent'anni. Dall'analisi di Loth appare invece un quadro molto più complesso delle reali alternative postbelliche. Emergono le principali linee della politica sovietica dal 1944 al 1953, ispirata da un'eminente interesse per la propria sicurezza. Questo interesse strategico poneva alla Germania due condizioni: mantenimento dell'unità statale e garanzie per una futura neutralità. Solo in una tale prospettiva Stalin avrebbe potuto attingere al potenziale industriale tedesco situato a ovest, di cui prevedeva una rapida rinascita. Basti ricordare che l'Urss aveva perso circa il 30 per cento del suo reddito nazionale, oltre ai 27 milioni di cittadini. Seguendo le analisi di Eugen Varga, Stalin temeva l'espansione economica degli Usa in Europa e la possibile alleanza con il capitale tedesco in funzione antisovietica, pur non potendone valutare allora la portata futura.
La necessità di una pacifica coesistenza tra i due sistemi economici impose all'Urss maggior cautela rispetto all'estensione del sistema sovietico; la realistica valutazione dei rapporti di forza, non favorevoli all'Urss, appare con chiarezza. Le istruzioni per i comunisti tedeschi, che da Mosca tornavano nel 1945 a Berlino, erano esplicite: "Il compito politico non consiste nell'introduzione del socialismo in Germania", all'ordine del giorno sarebbe invece "il completamento della rivoluzione del 1848". Le parole d'ordine socialiste "costituirebbero pura demagogia nelle condizioni date... e toglierebbero credito alla stessa idea del socialismo". Nonostante i mutamenti del contesto internazionale l'Urss mantenne questa linea fino al 1953. Solo dopo la morte di Stalin e di Berija si poté affermare il progetto di Ulbricht per la "costruzione del socialismo in un mezzo paese'" che fece della Ddr quell'avamposto del blocco sovietico crollato nel 1989. Oltre a proporre una rilettura critica del passato, il libro invita a riflettere sui meccanismi del potere e sugli inganni perpetrati oggi.

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