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La ferita, quella vera
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La ferita, quella vera
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ferita, quella vera
È il 1986 in un paesino della provincia francese: un posto dove tutti si conoscono da sempre e nel quale le vacanze, con l'arrivo dei villeggianti, sono l'unico, possibile momento di novità. François ha quindici anni e due pensieri che martellano ossessivi in testa. Il primo è il suo credo ferocemente comunista. Il secondo, l'assoluta urgenza di perdere la verginità. I giorni scivolano tra progetti ingegnosi, fantasie erotiche e approcci mal riusciti, fino all'incontro con Julie. L'incontro che forse potrebbe cambiare tutto. Ma ci sono cose che non cambiano mai, e molti anni dopo eccola lí, la ferita ancora aperta lasciata da quell'estate lontana. «Le gioie fragili e febbrili dei ragazzi, la litania della loro insofferenza e dei loro desideri, raccontati in modo assolutamente perfetto». Le Monde «Ho sempre imbrogliato, ma oggi mi ritrovo stanco di eludere il discorso e con l'urgenza di ammettere che in effetti c'è qualcosa che è ora di raccontare. È arrivato il momento, per quanto mi costi, di risalire alla ferita. Di risalire all'86. All'estate dell'86».
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Testo in italiano
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Compatibilità:
Tutti i dispositivi (eccetto Kindle) Scopri di più
Pagine della versione a stampa:
250 p.
Layout:
Reflowable
EAN:
9788858427927
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floriano
23 giugno 2020
L argomento poteva anche essere interessante, ma lo stile di scrittura è impossibile e il risultato nel complesso è assai noioso Il finale poi è del tutto demenziale Sono curioso di vedere il film
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Rigus68
01 ottobre 2019
François, 15 anni, comunista dal 1983, leninista dal 1985, racconta la sua estate del 1986 sulle spiagge di Saint-Michel-en-l’Herm (Vandea) tra sogni erotici e desideri di improbabili amplessi con sue coetanee vacanziere. Non gliene andrà bene una, l’amico Joe sempre in prima fila a sottrargli le quasi-conquiste, che a lui si daranno senza remore. E’ un gioco illusionistico: è François Bégaudeau, il romanziere, che si spaccia per François, l’io narrante, e inchiostra 251 pagine inzuppandole di porno-soft a iosa, senza interruzione, vendendolo come sogni e desideri di una gioventù che oggi agisce con metodi e approcci lontani anni luce. La banalità trionfa, ma Bégaudeau vuol farci capire che lui è ben versato in letteratura. Così sottolinea che ha letto (e digerito) Viaggio al Termine della Notte di Louis-Ferdinand Céline, è ben ferrato in Marx, Engels, Lenin, pure Rosa Luxemburg, ha interiorizzato i Pensieri di Pascal, è profondo conoscitore della politica internazionale (da Giscard ai dittatori sud-americani) e abile compositore di poesie in versi alessandrini ma anche decasillabi. E cosparge a piene mani versi (rigorosamente in inglese) di canzoni dell’epoca. Tutto questo sarebbe il bagaglio culturale di un ragazzo che ha appena preso la licenza media, un veritable Pico della Mirandola francese. Non aspettatevi I Dolori del Giovane Werther di Wolfgang Goethe: pubblicato nel 1774 brilla a tutt’oggi come stella fissa nel firmamento letterario mondiale mentre questo elaborato di Bégaudeau rappresenta al più una stella cadente nella notte di San Lorenzo ed è destinato a scomparire dalla vera letteratura che costituisce l’eredità culturale mondiale. La Ferita, Quella Vera, è quella inferta al povero lettore che muore dalla noia alle poco probabili (e ripetute ad nauseam) imprese erotiche dello sfortunato quindicenne. Solo Don Chisciotte riesce a batterlo nella iella più nera, anche se la nostra simpatia va tutta all’eroico combattente contro i mulini a vento.
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Simone
27 gennaio 2019
Ho deciso di leggere questo libro dopo la visione del film “Mektoub my love-Canto uno”. Questo romanzo non sembra mai davvero decollare e non è riuscito, nel Mio caso a tenermi incollato. È risultato molto frammentato e poco concreto. Non lo consiglio.
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