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Il vivace e talora polemico dibattito su Fenoglio, che nei venti anni trascorsi dalla morte dello scrittore si è svolto attorno alle sue opere postume, ha prodotto immagini critiche spesso in netto contrasto, soprattutto perché al Partigiano Johnny sono state sinora attribuite datazioni divergenti: assegnarlo all’immediato dopoguerra (come ha fatto l’edizione critica Einaudi) o collocarlo nelle vicinanze di Primavere di bellezza (uscita nel ’59) comporta infatti giudizi altrettanto divergenti non solo sulla natura e sugli scopi del libro, ma anche nel senso della carriera di Fenoglio. Questo volume di Roberto Bigazzi affronta organicamente la questione, muovendosi tra filologia e critica. Nel saggio La cronologia dei Partigiani Bigazzi ha riesaminato tutti gli argomenti e i dati del problema, e – grazie anche a ulteriori prove – ha potuto stabilire l’appartenenza del Partigiano alla seconda metà degli anni cinquanta, ricostruendo le varie fasi (spesso misconosciute o trascurate) del grande progetto, che appare ora in altra luce. La Lettura del Partigiano inglese rivendica così il carattere “storico” anziché cronachistico dell’opera fenogliana e ne prospetta una interpretazione “impegnata”, di contro alla communis opinio del carattere “aideologico” dello scrittore. La nuova cronologia del Partigiano permette poi di delineare con certezza l’itinerario complessivo di Fenoglio: lo ricostruisce il lungo saggio che dà il titolo al volume, Personaggi e narratori, cercando di definire di volta in volta le varie tecniche narrative, ideologicamente mirate, attraverso le quali Fenoglio – per nulla isolato dalla cultura del proprio tempo – ha saputo ritrarre il suo angolo di terra piemontese, in pace e in guerra, con la stessa forza che ha fatto della provincia un luogo deputato della letteratura contemporanea, non solo in Italia.
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