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Dopo qualche tempo di silenzi musicali ecco di nuovo un lavoro per una interprete importante della canzone italiana. Un lavoro che esplora principalmente le musiche cubane; tra passione, ironia e salse appare una Marcella autentica e nuova. Forti le tracks "Un beso", "Da quando mi hai lasciata", "L'amore che io sento" e ben riuscite le cover "Veinte anios" e "Per sempre". Meno forti gli altri pezzi ma che comunque nel complesso non stonano nell'atmosfera disco-cubana dell'album. Malgioglio (principale autore nonchè produttore) ha visto bene nel proporre e confezionare questo vestito per una grande come Marcella. Unica pecca: sette inediti sono pochi (sette inediti più due cover: "solo" nove tracce), due inediti in più avrebbero reso il disco più completo. Consigliato ai fan e a chi inizia a scoprire quest'artista da ora!
Ecco "l'altra metà" della recensione!"Da quando mi hai lasciata": Marcella dà voce alla disperazione ed al senso di vuoto di chi è solo, ma non soltanto in amore. E' proprio attraverso alcune metafore che accenna a varie solitudini (dai senza fissa dimora, all'infanzia abbandonata, alla terza età), tutte in attesa di una 'primavera' per rinascere. La Bella affronta con delicatezza un testo dal risvolto sociale che vanta anche la prestigiosa firma di Maurizio Costanzo; "Desesperada enamorada": Divertimento allo stato puro nel clima festoso da concerto che omaggia simpaticamente il mito cubano della Portuondo; "L'amore che io sento": Il fuoco ardente della passione, tema caro alla Marcella più melodica e tradizionale, ma sempre attenta all'aspetto sensuale della sua voce; "Malecon": Il lungomare dell'Avana rappresenta le suggestioni di tutti i colori di Cuba, in un'interpretazione fresca, leggera, ma di classe che vanta la prestigiosa collaborazione con Luis Frank del Buena Vista Social Club, che ne cura l'arrangiamento ed interviene anche in voce; "Per sempre": La cover del brano inciso in precedenza da Celentano, si presta alla perfezione per una commovente dedica a Gianni Bella, alla luce dei suoi problemi di salute e del forte legame che li unisce. In generale Marcella non si risparmia, gioca sapientemente le carte migliori di interprete di razza della canzone italiana e in linea con l'obiettivo di proporre il disco come prevalentemente solare e colorato, si presta al ruolo di vamp e nelle foto del libretto e in copertina, dove la sua immagine preminente da perfetta icona di stile, non rende necessario il ricorso ad altre soluzioni anche più sofisticate per calamitare l'attenzione. 2/2
Le musiche, i testi, la sua voce e i diversi aspetti nell'interpretazione mi hanno praticamente coinvolto già al primissimo ascolto. C'è qualche brano che emerge nelle mie preferenze, ma nell'insieme sono molto soddisfatto di tutto il lavoro perché credo che Malgioglio ci abbia reso la faccia iperfemminile di Marcella nelle varie sfaccettature della sua arte interpretativa. Filtrando la sua sensibilità autorale, dallo smalto ritrovato, col talento della cantante, ha costruito un CD dal sapore variegato, su misura per le esigenze artistiche della Marcella di oggi, che riconferma l'inconfondibile temperamento artistico. Ma veniamo a ciascun brano ed ai relativi punti di forza: "Un beso": Apologia di un gesto mai scontato, si candida a perfetta colonna sonora del prossimo film di Pedro Almodovar, per l'ottimo arrangiamento e per la calda espressività vocale di Marcella. Senza dubbio il suo vestito migliore!; "Femmina bella": Gli autori Malgioglio e Perrone da una parte descrivono il carisma estetico della Bella, esasperandone volutamente i toni, e dall'altra prendono un po' in giro una certa tipologia di donna che in virtù dell'arma della seduzione pensa di avere il mondo in mano e cerca di farsi strada così. Con la sua ironia, Marcella sa giocarci benissimo!; "Esta noche ya ya ya ya": Allegria e spensieratezza, l'aspetto interpretativo più ludico della sua vocalità, nella esaltazione della "movida" cubana. "Veinte años": La sua voce si trasforma, attingendo ai suoi toni più disperati che riportano alla mente i colori di una sua cover di 40 anni prima, la leggendaria 'Albergo a ore'. Il dubbio di poter amare ancora chi confessa un passato tradimento dopo vent'anni vita assieme, è la storia vera della compositrice Guillermina Aranguren nella struggente cover di un classico di Omara Portuondo e del Buena Vista Social Club. 1/2
Recensioni
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