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L'azione si svolge tra Venezia, Padova, Parigi, un villaggio dell'Ile-de-France, la Riviera Francese, la Russia rivoluzionaria e la Spagna della guerra civile, su un arco di tempo che va dal 1915 a oggi. Come in precedenti romanzi di Sanavio (La Maison-Dieu; Il Finimondo; La patria; Caterina Cornaro in abito di cortigiana), la narrazione si muove su più piani: uno remoto, storico, nel quale è stata commessa una colpa, collettiva o soggettiva, e non ammette riscatti; un altro ignominioso presente fatto di tradimenti e menzogne. Ne La felicità della vita, la ricerca da parte di Stefano (Stephàn, Etienne, Stephen, nelle diverse versioni del suo nome) delle ragioni della scomparsa di suo padre durante la guerra civile in Spagna, si accavalla al destino di due russi, in fuga dalla rivoluzione del '17 e tuttavia coinvolti anch'essi nella fallita esperienza spagnola. Un'infanzia e un'adolescenza tra l'Italia e la Francia, un viaggio a Perpignan, si alternano a peregrinazioni in Spagna, a soggiorni nella Costa Azzurra, in Marocco, nell'entroterra veneziano, a New York, a una partita di caccia al cinghiale nei boschi dell'Ile-de-France. Tra i molti personaggi femminili (la giardiniera Angèle; la zia italiana Giuditta; l'africana nascosta con l'amante tra i sassi della foresta di Fontainebleau; Irina, insieme vittima e assassina; le sorelle Jacqueline e Léonie, rivali nell'amore per uno stesso uomo) spicca Denise, cugina di Stefano, amata e mai realmente posseduta. Sarà Denise, che legge e rilegge Proust quasi a difesa di subite umiliazioni e conoscerà un'esperienza di droga a New York, a dipanare la storia nell'ultima parte del romanzo.La struttura è costituita da pannelli narrativi che più volte si ripropongono, ogni volta in prospettive diverse dalla precedente, e via vi a chiariscono gli enigmi che avvolgono i personaggi.
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