L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (1)
L'anno rodariano, che ricorda insieme i cento anni dalla nascita, i cinquanta dal Premio internazionale Andersen e i trenta dalla morte del più grande scrittore italiano per ragazzi del Novecento, si conclude degnamente con un albo di Fabian Negrin che riprende uno dei capolavori assoluti, Favole al telefono, aggiornandolo ai nuovi tempi e alle nuove tecnologie. Non più telefoni a gettone ma cellulari e tredici Sms per un massimo di 160 caratteri (che l'autore, italiano di origini argentine, credeva che significasse "Storie Molto Succinte"). Cambia anche molto altro. Al sostanziale ottimismo con cui Rodari guardava al futuro (cinquanta-sessanta anni fa), Negrin, con occhio disincantato anche se dolente, sostituisce uno humour nero, spesso esaltato dal contrasto tra i bianchi e soprattutto i neri e i parchi colori, la durezza se non la crudeltà della quotidianità ancorché immersa nella favolosità, l'insicurezza e sfiducia per il domani, tragicommedie in due battute tra sarcasmo e ironia, la paura utilizzata dai bambini per difendersi dalla cattiveria di grandi ancora più spaventati. Un esempio, l'ultima favola: "Son tornata, urlò la strega. Il bambino continuò a leggere. La strega entrò nel letto. Hai paura? Buonanotte vecchia! E la rinchiuse dentro il libro x sempre". Non cambia, invece, come si vede, la bella abitudine di raccontare storie ai bambini, vecchio ma insuperato modello di pedagogia della lettura (di persona, al telefono, con messaggini) e si conferma l'estrema duttilità del fiabesco, materia prima per l'immaginario, in una sorta di contaminazione fra tradizione e contemporaneità (principesse che si riaddormentano, principi azzurri un po' tonti, streghe destinate a una brutta fine, lupi che qualche volta riescono a mettere nel sacco o meglio in pancia una bella bambina, orchi e maestre disoccupate costrette anche loro a mangiare i bambini). Da sette anni (e per tutti).
Fernando Rotondo
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore