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Diversamente da quanto lasci intendere il titolo, il volume non è incentrato sul parallelismo tra la destra cristiana statunitense e i fascismi europei, ma sugli oscuri ingredienti, sostanzialmente risposte "folli" a manie persecutorie, che, secondo Hedges, premio Pulitzer 2002, spiegano il successo del fondamentalismo cristiano. Punto di partenza sono gli spunti offerti dalla Bibbia a coloro che intendono trarne insegnamenti fanatici e violenti: il Vangelo di Giovanni, afferma l'autore, "è pervaso dall'odio verso gli ebrei e gli altri non cristiani"; ma anche nel Vangelo di Matteo lo stesso Gesù chiama a un certo punto i suoi nemici "razza di vipere"; il testo cruciale per il fondamentalismo è infine l'Apocalisse, che "sembra descrivere il ritorno di Cristo sulla terra a capo di un esercito della vendetta". Nelle Sacre Scritture, dunque, "si trovano dei passaggi pieni di odio, dai quali la rabbia, l'autocelebrazione e l'intolleranza della Destra cristiana vengono autorizzati in modo sacrosanto". La conversione al "dominionismo" (così viene chiamato il fondamentalismo radicale che mira al "dominio" cristiano sulla nazione americana) si è rivelata per molti credenti statunitensi come un modo per non pensare più alla propria "vita precedente", per non dovere essere più tentati dall'oscuro impulso al suicidio che li assediava. Essi, dunque, "abbracciano una follia collettiva per distruggere la propria pazzia personale". La tesi finale dell'autore è che con costoro non è possibile cominciare alcun dialogo. Una tesi non dissimile, anche se di segno politico diverso, da quella di Walter Laqueur sul terrorismo radicale islamico: ignorare che si tratti di forme di follia in nome della correttezza politica, dicono infatti entrambi gli autori, può solo condurre all'autodistruzione.
Giovanni Borgognone
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