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Anno edizione: 2011
Anno edizione: 2012
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"La formazione della coscienza nazionale italiana degli Ebrei è parallela alla formazione nazionale nei Piemontesi o nei Napoletani o nei Siciliani:è un momento dello stesso processo e vale a caratterizzarlo.Come[...]i Piemontesi o i Napoletani, così nel medesimo tempo gli Ebrei abitanti in Italia si sono fatti Italiani".Questa osservazione dello storico A.Momigliano, ripresa,tra gli altri,da Gramsci nei suoi "Quaderni",sembra sintetizzare posizione e ruolo degli ebrei italiani alla fine dell'800: una minoranza pienamente coinvolta nella nascita dello stato unitario. Con lo statuto albertino gli ebrei acquisiscono infatti i diritti civili, diventano a pieno titolo protagonisti di un complesso processo storico e culturale.Chi sono, o meglio chi vogliono essere, in questo passaggio epocale, gli ebrei italiani?Qual'è la loro identità religiosa e culturale, e come questa viene cambiata dalle nuove responsabilità nei confronti della patria? E' questo l'oggetto dell'indagine di Carlotta Ferrara degli Uberti, giovane ricercatrice formatasi alla Normale Superiore di Pisa.Attraverso una ricerca sulla produzione culturale ebraica dell'epoca, l'autrice fa sì che siano gli stessi protagonisti a rispondere alle domande:tra testate giornalistiche e sermoni rabbinici, saggistica e letteratura, gli ebrei italiani cercano una sintesi tra spinte contrapposte.Da una parte l'ansia di dimostrare di meritare l'emancipazione, l'ambizione di raggiungere un'integrazione non solo giuridica.Dall'altra l'esigenza di mantenere una precisa identità religiosa e culturale.I dibattiti sulla partecipazione agli eventi bellici dell'epoca vedranno la cultura ebraica ostentare un patriottismo esemplare, arrivando addirittura a interpretare e rielaborare in chiave retorico-patriottica passi di testi sacri e relativa mitologia;il timore di una fagocitante assimilazione porterà i capi delle comunità a combattere aspramente i matrimoni misti.E' solo una delle numerose,inevitabili e irrisolte contraddizioni
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