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I fantasmi non esistono è un viaggio in un'Italia poco raccontata, ignorata, criminalizzata. A partire dalle inchieste e dai reportage narrativi scritti per il settimanale «Internazionale», Giuseppe Rizzo accompagna il lettore tra detenuti ed ex detenuti, persone senza dimora, nuovi poveri.
Un ragazzo rapina la sua prima banca a quattordici anni e dopo una vita in carcere ora fa il mediatore tra autori di reati e vittime. Un senzatetto attraversa le strade di Roma e in un racconto lungo un giorno e una notte mostra cosa significhi vivere per strada e sopravvivere alla fame, al caldo e al gelo. Un gruppo di medici, operatrici e pazienti di una comunità psichiatrica costruisce alternative alle aule di tribunale, ai reparti chiusi degli ospedali e all'isolamento. Un adolescente si suicida in cella, dove non doveva stare. Una madre scopre un anno dopo che il figlio è morto di covid ed è sepolto in un lembo del cimitero Maggiore di Milano, dove finiscono i corpi che nessuno reclama. I fantasmi non esistono è un viaggio in un'Italia poco raccontata, ignorata, criminalizzata. A partire dalle inchieste e dai reportage narrativi scritti per il settimanale «Internazionale», Giuseppe Rizzo accompagna il lettore tra detenuti ed ex detenuti, persone senza dimora, nuovi poveri. Uomini e donne che vivono per strada o in edifici occupati. Che fanno i conti con fragilità e dipendenze. Ragazze e ragazzi finiti negli istituti minorili o in comunità di recupero, dimenticati dalle istituzioni. Un gruppo di persone spinte al margine dell'invisibilità, dove la violenza e la ferocia sono delle possibilità, ma non più dell'amicizia, dell'aiuto comune, della speranza e delle lotte condotte insieme a volontari, medici, attivisti, avvocati. Passando più tempo possibile con loro, lasciando spazio alla loro voce, non concedendo nulla all'enfasi e alla retorica, Rizzo denuncia le leggi pensate per punire la povertà, l'assenza dello stato, gli alibi di chi parla di persone invisibili, di fantasmi. E trova un modo nuovo e partecipe per scrivere di un'Italia tenuta fuori dal racconto collettivo, ma che riguarda tutti.
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