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Raccolta di racconti molto varia, con alcune tematiche ricorrenti (le relazioni, i rapporti fra uomini e donne, la disparità di genere). Le figure femminili in particolare sono spesso apatiche, poco risolute, confuse e oscillano tra consapevolezza e incapacità di farsi valere o rispettare. Alcuni racconti mi hanno convinto meno, non li ho capiti e non ne ho colto il messaggio.
Ho fatto fatica a finire questo libro. Una serie di racconti su come le donne pensano o sentono certe cose. Storie più meno verosimili ma che io non ho assolutamente apprezzato.
Raccolta di racconti dove si riconosce immancabilmente la penna della Atwood. Consigliato
Recensioni
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Il titolo è accattivante: si fa notare. Ma non riesce a esprimere a pieno quel che è veramente Fantasie di stupro, edito da Racconti Edizioni, libro in cui emerge l’incredibile abilità narrativa di Margaret Atwood.
Infatti, Fantasie di stupro è solo uno dei quattordici racconti raccolti e non è nemmeno il più riuscito. Quattro colleghe giocano a carte e chiacchierano delle loro fantasie, nelle quali si scorge una distorsione ironica di quelle che non sono aggressioni, ma solo innocui giochi dell’immaginazione in cui lo stupratore diventa a sua volta vittima buffa e impacciata.
Questo racconto non è il migliore, ma è esemplificativo dell’obiettivo dei racconti della Atwood raccolti nel libro: indagare la mente e raccontarne le contraddizioni, le storture, quello che non si dice ad alta voce, ma si pensa. È così che in Il quetzal splendente Sarah e Edward, coniugi in vacanza, ripensano a ciò che ha dato origine al loro matrimonio e a ciò che invece l’ha distrutto, e che Christine in L’uomo che veniva da Marte arriva a temere e nello stesso tempo ad aver bisogno del suo stalker, uno strano ragazzo orientale incontrato in un parco.
All’aspetto psicologico si aggiunge anche quello narrativo, in cui l’autrice mette in mostra la sua capacità di raccontare storie che catturano l’attenzione del lettore, tenendolo fino alla fine col fiato sospeso e lasciandolo così, a rimpiangere la brevità di racconti che avrebbero potuto essere romanzi, ma non lo sono diventati.
Recensione di Jennifer Carretta
A cura del Master in Editoria dell’Università degli Studi di Milano in collaborazione con la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori
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