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Questa è la storia dei Ridens, una tranquilla famiglia inglese, composta da papà Fred, mamma Amelia e i gemelli Betty e Bobby. Abitano in una villetta a schiera a Teddington e trascorrono le loro giornate dedicandosi alle loro occupazioni: Fred scrive barzellette destinate agli involucri dei cracker natalizi, Amelia realizza cappelli con materiale di recupero, come confezioni di uova, ossa di pollo, mollette da bucato e vecchi nidi di uccelli. I figli frequentano la scuola elementare del quartiere. Una famiglia normale, come tante. Un po’ eccentrica, forse, ma normale.
Eppure, dietro la rispettabile facciata, i Ridens nascondono un segreto inconfessabile: loro non sono esseri umani, ma animali. Nello specifico, iene. Iene ridens (come, per un fortuito caso del destino, il loro stesso cognome).
La storia racconta, in modo spassoso ed esilarante, l’inizio della loro avventura in Africa, i loro tentativi di travestirsi da umani – sforzandosi di camminare sulle zampe posteriori, di nascondere la coda con i vestiti e “con l’aiuto di un po’ di nastro adesivo e biancheria intima piuttosto resistente” (pag. 44) nonché di indossare vistosi cappelli e turbanti per distrarre l’attenzione dall’eccessiva peluria dei loro musi e delle loro orecchie – e la loro nuova vita, da perfetti cittadini inglesi. Allegri e socievoli, non avranno difficoltà a conquistare le persone e a trovare amici, ma dovranno anche diffidare da vicini troppo curiosi.
Rivolto ai bambini dagli 8 ai 10 anni, risulta una lettura piacevole e godibilissima anche per adulti, da leggere tutta d’un fiato.
Il merito de “La famiglia Ridens” è di aver ribaltato la connotazione negativa che accompagna questi animali, generalmente conosciuti per la loro antipatia e cattiveria.
Con il proseguire del racconto, questi animali si rivelano furbi, divertenti, leali e generosi. Sorprendendoci con un inaspettato coraggio.
“Tutti gli animali dell’Africa sanno che, fra loro, le iene sono le più in gamba. Non che siano le più veloci o le più feroci, né, ammettiamolo, le più belle, però sono scaltre, cocciute, e brave a collaborare per ottenere quello che vogliono. E poi sono delle spazzine niente male. Ma c’è una cosa in cui le iene sono bravissime e che fa diventare matti tutti gli altri animali: ridono. E infatti vengono chiamate “iene ridens”. Si fanno delle lunghe, stridule, sghignazzanti risate.” (pag. 6)
Tanto che ci si domanda: è davvero sufficiente camminare nella posizione eretta, avere visi rasati e e non scavare buche nella terra, per definirsi umani? Se l’aggettivo ‘umano’ indica esseri viventi dotati di intelligenza, compassione e altruismo, viene spontaneo chiedersi chi lo sia effettivamente, uomini o animali?
Chapeau all’autore, il poliedrico artista inglese Julian Clary. Comico, presentatore, attore e romanziere. Se questo è il suo primo libro per bambini, non vedo l’ora di leggere i successivi!
Degne di nota, infine, le illustrazioni di David Roberts: originali, accattivanti, mai scontate, che ci coinvolgono nella narrazione. Valore aggiunto ad un lavoro che definire “da bambini” è alquanto riduttivo.
Recensione di Simona Broggini
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