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Per chi ha già letto opere successive, sempre di Haig, come “Gli umani”, “Come fermare il tempo”o “La biblioteca della mezzanotte”, questo libro non potrà che apparirgli come una storia minore, anche se con un proprio messaggio ed i suoi validi contenuti. Ma, in verità, è anche la storia di quanto la normalità possa svelarsi asfissiante, finta come un sintetico albero di Natale, al supermarket vicino casa. Haig racconta il disagio e il cinismo nascosti dietro l’apparente banalità. Son forse più veri i vampiri, con i loro desideri e le loro pulsioni, o la vicina che, ammantata di perbenismo, cerca di circuire Peter sino a farlo arrapare? La famiglia Radley, con sacrifici immensi, da Peter ad Helen, sino ai loro due figli, cerca d’apparire ciò che non è, ovvero un nucleo familiare cosiddetto normale. Si, i Radley, infatti, sono vampiri e, più specificatamente, vampiri frustrati. Il tempo, gli avvenimenti, i vari incidenti di percorso, il desiderio di rinascita e di cambiamento, li costringeranno a spogliarsi da queste vesti, sino ad essere se stessi, appagati e realizzati. Insomma, una storia contro l’ipocrisia in genere. “Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti”(L. Pirandello).
Libro carino anche se nulla di strabiliante. Si discosta abbastanza dai classici youngadult sui vampiri, i personaggi sono interessanti e ben analizzati e anche la trama è originale. L'unico problema forse è che la storia è un po' "sbrigativa"... Avrei voluto qualche pagina in più. Sembra che l'autore abbia avuto una buona idea e abbia pensato che sarebbe bastata quella, senza sviluppare a fondo tutti i temi.
Libro insipido, storia che poteva essere sviluppata molto meglio ma manca di qualcosa, uno dei peggiori fantasy letti. Da dimenticare
Recensioni
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