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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2016
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"L'aggravarsi della crisi, i colpi inferti dalle politiche liberiste, riducono gli spazi di azione delle classi deboli, anche sul piano della militanza, e pongono il terreno della condizione materiale dei soggetti in lotta. (...) Propedeutica all'autogestione c'è la riappropriazione, concetto decisivo al tempo della lotta tra l'1% che ha tutto e il 99% che non ha nulla. Riappropriarsi è un diritto, una necessità storica, un passaggio formativo di nuova consapevolezza storica. È un atto politico rivendicabile, non solo a livello di fabbrica ma anche di spazi di socialità e di luoghi da recuperare alla produzione di reddito. È una forma di resistenza alla crisi, quindi un obiettivo transitorio che innesca un conflitto, una lotta, le conferisce il telaio dell'autorganizzazione e le propone la necessità di redigere un progetto politico che pone fin da questo momento il tema della proprietà". Questo testo racconta il percorso di alcune delle "fabbriche recuperate dai lavoratori" in Argentina dal 2001 fino al 2014, anno in cui è uscito. Parla di alcune delle esperienze di lavoratori che non si sono arresi alla logica neoliberista del mercato e del profitto e hanno deciso di occupare, espropriare e riavviare alla produzione sociale imprese che avrebbero chiuso o sarebbero state vendute dai padroni. Tra le difficoltà nei rapporti con lo Stato, la magistratura e, spesso, con le aziende affini e tra gli operai stessi. L'autore, a partire dallo slogan del Movimento Sem Terra "occupare, resistere, produrre" fatto proprio dal Movimento Nazionale delle Imprese Recuperate, spiega tutti i passaggi, dalla fondazione alla produzione ai rapporti tra i lavoratori all'interno delle aziende e nella società e le differenze con altri sistemi di produzione sociale e solidale.
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