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Libro molto interessante e ben documentato sul ruolo che la Chiesa ha avuto sulla formazione del carattere servile degli italiani e sulla conseguente tardiva unità d'Italia, in particolare attraverso la Controriforma, con la quale il Rinascimento italiano "mutò stanza" e la cui eredità venne raccolta dalla grande filosofia tedesca.
L’amara requisitoria di Ermanno Rea nei confronti di un paese ipocrita e sguaiato prende in considerazione quattro tappe: la prima è rappresentata dallo strangolamento nella culla dell’uomo nuovo sbocciato dalla civiltà rinascimentale, operazione attuata dalla Controriforma e dall’oscurantismo che da lì originò prolungandosi nei secoli. Il secondo passaggio denuncia le responsabilità della mancata unità d’Italia; poi, il regime fascista che fece dell’obbedienza al duce un caposaldo ideologico. Infine gli anni a cavallo fra i secoli XX e XXI, nei quali un intero popolo è stato plasmato, nella coscienza e nella mente, dal proprietario di invasive TV private che hanno orientato i comportamenti di massa. E in ciascuna di queste fasi la Chiesa ha giocato un ruolo attivo e regressivo. Questo quadro plurisecolare ha modellato un Paese nel quale l’obbedienza, il servilismo, l’opportunismo e la smania di salire sul carro dei vincitori costituiscono moneta corrente. L’analisi risente delle approssimazioni e dei limiti insiti in tutte le generalizzazioni – le medesime di Leopardi, Revel e Montesquieu che le argomentarono in maniera rozza e talora goffa – ma fornisce anche riflessioni brillanti e spunti felici. In uno degli ultimi capitoli Rea ci regala un sogno fatto sull’onda della rivisitazione di un suo romanzo e delle suggestioni colte in una recensione di Marco Revelli: una prospettiva politico-culturale forse naif, utopica, impraticabile ma certo suggestiva e affascinante.
Ingredienti: una riflessione amara sui peggiori difetti degli italiani, pochi esempi di liberi pensatori in un popolo di fedeli obbedienti e devoti servitori, un interessante parallelo tra la disobbedienza di Giordano Bruno e la sfrontatezza del Caravaggio, una sottomissione furbesca e supina che dalla religione si è estesa nei secoli alla politica. Consigliato: a chi vuol approfondire i tanti danni fatti dalla Controriforma sulla società italiana, a chi vuole scoprire nel passato i semi infetti da cui è nato l'albero rigoglioso del berlusconismo.
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