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Anno edizione: 2019
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Il libro di Adriano Scianca ripropone, in questa seconda edizione, il pensiero e l’opera di quello che è stato definito l’Omero del Novecento, cioè uno dei più grandi poeti di tutti i tempi. In questa lunga crisi economica, che così duramente ha colpito la società occidentale, provocando una precarizzazione del mondo del lavoro e della vita di Stati ed individui, le riflessioni di Pound appaiono di un’attualità sconvolgente. Il poeta di Hailey, infatti visse la Grande Depressione del 1929 e identificò nel sistema capitalistico-finanziario e nelle sue contraddizioni la responsabilità del tracollo economico che portò alla disperazione milioni di lavoratori. Pound trovò nel pensiero fascista che si proponeva di superare tanto il liberalismo quanto il marxismo, molti punti di contatto con le idee che aveva iniziato a maturare negli Anni Venti, collaborò col regime mussoliniano anche durante il periodo della guerra e questo gli costò la «gabbia dei gorilla» e il successivo «buco dell’inferno» del manicomio criminale di St. Elizabeths in cui fu internato per ben 13 anni in balia di medici asserviti al potere USA, e in compagnia di spietati criminali. Scianca, basandosi su una notevole varietà di studi compiuti nel corso dei decenni anche da intellettuali provenienti dalla sinistra, analizza i temi più discussi delle posizioni poundiane come ad esempio l’antisemitismo, che per il poeta americano non fu mai una questione razziale né tantomeno religiosa ma, come nel caso di altre «intelligenze scomode del ‘900», un pregiudizio dettato dalle sue analisi economiche che vedeva nelle ricche famiglie ebraiche del tempo, le responsabili dell’economicismo e dello sfruttamento «dell’uomo sull’uomo». E’ molto interessante il capitolo in cui l’Autore fa di Ezra Pound un precursore della beat generation e del rapporto con Allen Ginsberg; delle sue idee sull’ uso delle droghe e della rivoluzione sessuale che fanno del poeta dell’Idaho un personaggio tutt’altro che bigotto o reazionario.
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