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L’idea di un testo a partecipazione studentesca nasce dall’esperienza formativa delle lezioni, intese come momento di investimento emotivo sullo studio; a sostegno di questo investimento emotivo è la scelta di introdurre, nella pratica formativa dell’insegnamento di Etnopsicopatologia del Corso di laurea specialistica di Psicologia clinica dell’Università degli Studi “Carlo Bo” di Urbino, i gruppi esperienziali come occasione di riflessione che avvolge i propri componenti, docenti e discenti, in un’atmosfera di ricerca e di reciproco trasferimento di esperienze, scaturita dai temi specifici dell’insegnamento e resa viva dal contatto implicito fra generazioni differenti, fra linguaggi e saperi diversi. Dal terreno del piccolo gruppo di studenti e da quello dei docenti è emersa un’attività di interrogazione sulle parole del lessico usate nel gruppo che è stata documentata, anno per anno, nel suo valore di testimonianza e di partecipazione stratificata nel tempo. Nel campo lessicale configurato dall’esperienza formativa del corso si snoda il percorso di pensiero che attraversa alcuni temi dell’Etnopsichiatria in modo critico, facendo emergere l'importanza per le discipline psicologico-psichiatriche di attuare una strategia autoriflessiva, che comprenda l'internalizzazione delle alterità, attraverso e non solo attraverso, un generico appello al rispetto ma facendo vacillare il proprio quadro di riferimento culturale, con la consapevolezza dei limiti dei propri strumenti concettuali quando essi non emergono dal frustrante incontro con il proprio non noto. La necessità operativa invece di disporre di modelli esplicativi integrati e multifattoriali costituisce la premessa indispensabile alla discussione sui disturbi psichici di individui portatori di culture differenti.
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