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Se Dio muore, se perde valore la verità eterna che in Lui ha origine, comincia un nuovo mondo, si apre l'epoca in cui le grandi metafisiche diventano inattuali ed entra in crisi l'evidenza fondatrice dei sistemi morali; sorge il «paradosso della morale», necessaria e infondabile al tempo stesso; si crea lo spazio per infinite etiche possibili.La ricerca di Vittoria Franco indaga in profondità il pensiero di coloro che hanno cercato nuove strade, ripensando le categorie della modernità lungo sentieri paralleli al liberalismo classico, eccentrici rispetto alla tradizione hegeliana e kantiana, per rintracciare e definire una figura del soggetto moderno: l'individuo responsabile, che ha superato lo spaesamento della contingenza e fa della sua autonomia - cioè della responsabilità acquisita - il centro della vita morale. Se il «paradosso della morale» è un dato insuperabile della condizione moderna, la responsabilità diviene la categoria centrale dell'etica. L'individuo responsabile si fa figura dell'oggi, in grado di interpretare il politeismo dei valori, i numerosi percorsi della decisione morale. Essa, in effetti, non può cancellare l'individualità dell'agente, ma non può neppure disconoscere le sue reti di relazioni, la pluralità delle storie, la molteplicità delle differenze.In polemica con Hans Jonas e con altri teorici che sostengono l'equivalenza fra responsabilità e oblio di sé, Vittoria Franco presenta un concetto di responsabilità come punto di equilibrio fra autonomia e relazione, fra libertà e limite, ricostruendo lo sviluppo di riflessioni fondamentali per l'etica contemporanea: da Nietzsche e Weber a Sartre, da Dostoevskij e Kierkergaard a Habermas, fino gli esiti più recenti del pensiero femminile
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