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Il volume documenta l’eccezionale momento culturale e artistico che segnò in maniera indelebile la città di Faenza tra il 1780 e il 1820, ovvero il periodo di affermazione di una cultura neoclassica tesa a ribadire il primato dell’antico. Poche città ebbero la fortuna di assistere a una vicenda tanto intensa e ricca: l’eccezionale fioritura di edifici, dipinti, sculture, decorazioni e arredi – in un fervore che coinvolge artisti e botteghe artigiane di alta specializzazione – fu espressione della volontà di un rinnovamento in senso moderno oltreché di ambizioni di prestigio e legittime aspirazioni a un ruolo da protagonista. Dopo il grande successo, non solo locale, delle architetture realizzate da Giuseppe Pistocchi con l’aiuto dello scultore Antonio Trentanove, le grandi famiglie gareggiarono nella sistemazione delle proprie dimore. Si imposero così Giovanni Antonio Antolini e Pietro Tomba in architettura, la bottega dei Ballanti Graziani in scultura, e Felice Giani in pittura. La singolare, perfetta integrazione tra le arti costituisce l’essenza più profonda di questo periodo, contrassegnato da eleganza, equilibrio, misura e buon gusto.
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