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L'estate muore giovane
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L'estate muore giovane - Mirko Sabatino - copertina
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estate muore giovane

Descrizione


Vincitore del Premio Segafredo Zanetti-Città di Asolo “UN LIBRO UN FILM” e del Premio Massarosa 2018.

Finalista al Premio Fondazione Megamark 2018 e al POP, Premio Opera Prima 2018.


In un crescendo febbrile, il romanzo ci conduce in un viaggio dentro alla provincia, con i suoi orrori annidati nelle pieghe di un’apparente stabilità, inarrestabili come la fine della giovinezza che attende i protagonisti.

«I piccoli protagonisti di L'estate muore giovane sono gli interpreti di un lungo ricordo, diviso in 28 capitoli, che ripercorre l'esplosione della loro infanzia direttamente nell'età adulta, senza età di mezzo». - Alessandro Beretta, La Lettura

«Ciò che Sabatino riesce a mettere insieme con questa trama è un libro affilato e profondo sulla spaventosa bellezza di quell'età misteriosa che si situa tra l'infanzia e l'adolescenza.» - Il Mattino

Estate del 1963. I Beatles hanno da poco registrato il loro primo disco, Martin Luther King annuncia il suo sogno all’America e in un paesino del Gargano tre ragazzini, Primo, Damiano e Mimmo, trascorrono le lunghe e afose giornate tra la piazza, i vicoli e il loro rifugio segreto sulla scogliera. Amici per la pelle come si può essere solo a dodici anni, condividono tempo e segreti. Un giorno, un gruppo di teppistelli si accanisce su Mimmo e i ragazzini decidono di suggellare un patto di alleanza: quando uno di loro o della loro famiglia sarà vittima di un sopruso, i tre risponderanno con una vendetta proporzionale all’affronto. Ma gli eventi di quell’estate sonnolenta sterzeranno verso traiettorie brutali e inaspettate, e il patto verrà rispettato in modo sempre piú drammatico e disperato.
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Dettagli

2018
18 gennaio 2018
304 p., Brossura
9788874526994

Valutazioni e recensioni

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valedale
Recensioni: 5/5
Piacevole scoperta

Lettura con risvolto amaro e quasi imprevedibile da sapere leggendo la quarta di copertina. Piacevole scoperta.

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chiara
Recensioni: 3/5

La sensazione che ho provato durante la lettura di L’estate muore giovane è stata di qualcosa di già letto. Già dalle prime pagine si intuisce la cattiveria e la brutalità del libro e, se vogliamo, anche il “dove vuole andare a parare”. A parte i tre protagonisti, i personaggi sono poco definiti, circoscritti in un tempo e in uno spazio ben delineato, e il libro procede pigramente a colpi di stereotipi. Quello che mi aspettavo da questo libro e che, ahimè, non ho trovato, è stata una visione un po’ più azzardata e meno classica della provincia, delle avvenute e dell’amicizia. Nel complesso non è un cattivo libro, ma non mi è sembrato nulla di nuovo rispetto a quello che è il panorama italiano del genere

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Carol
Recensioni: 3/5

Un libro di formazione che però, a tratti, ha il sapore del già letto e sentito: tre amici adolescenti che si trovano troppo presto ad affrontare le bruttezze della vita. Alterna momenti di narrazione sublimi (come i pensieri di Primo, i dialoghi di questo con la sorella, la lettera del padre) ad altri scritti più a tirar via. Mi è sembrata un po' esagerata la totale assenza degli adulti presenti (ovvero di quelli che non sono morti o malati), figure evanescenti che sembrano non accorgersi di nulla e che anzi si appoggiano sui figli per portare avanti vite sofferenti e bigotte, in netta contrapposizione agli altri adulti fin troppo presenti (vedi "i cattivi" della storia) che invece agiscono indisturbati, distruggendo impunemente la vita degli altri, anche dei ragazzi che nessuno protegge. Non si può certo paragonare ad Ammaniti, come qualcuno ha fatto, perché manca la capacità evocativa, lo spessore e la potenza della scrittura di quello scrittore. Comunque un bell'esordio.

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Voce della critica

Gli adolescenti di Sabatino e la catastrofe imminente

L’estate muore giovane (303 pagine, 16 euro) dell’esordiente Mirko Sabatino, pubblicato dalla casa editrice Nottetempo, è un libro che colpisce, ancor prima che per il titolo, per la copertina. La scogliera, i ragazzini dodicenni in costume che si affacciano sul mare, il tuffo all’indietro di uno di loro che dimostra tutto il suo coraggio: un’immagine che rievoca la potenza e la forza del romanzo, l’attrazione verso quel mare, profondo, abissale, infinito che rappresenta l’ignoto.

L’adolescenza di Primo, Mimmo e Damiano trascorre in un paesino sul Gargano. È l’estate del 1963 e “quell’anno i Beatles varcarono la soglia degli Abbey Road Studios e tredici ore dopo consegnarono al mondo il loro primo LP, papa Giovanni XXIII morì dopo quasi cinque anni di pontificato e tre giorni di agonia, Martin Luther King annunciò all’America che aveva un sogno, John Fitzgerald Kennedy perse la carica di presidente e la vita a bordo di una limousine, una frana sollevò un’inondazione che cancellò dall’Italia Longarone e i suoi abitanti”. Mentre il resto del mondo viene stravolto da tali avvenimenti, l’unica cosa che ha importanza per i tre ragazzini è la vita che scorre tra i vicoli del paesino pugliese, la loro vera casa, e la piazza.

L’adolescenza raccontata da Sabatino è amara e feroce, destinata a “morire” prima del tempo. È l’“estate della vita”, gli anni della gioventù che vengono seppelliti, per sempre. I protagonisti del romanzo hanno “disgrazie” in comune: tutti e tre crescono senza la presenza di un padre. Primo, l’io narrante, lo perde a causa di una malattia: ciò che gli resta è solo una lettera scritta dal genitore prima di morire (“Sogna, Primo, fallo sempre. Ma pianta i tuoi sogni nella terra: cresceranno robusti e non voleranno via”), da cui non si separa mai. “Quella lettera era la mano di mio padre sulla spalla”, ovvero la sicurezza, il conforto, il porto sicuro in cui rifugiarsi durante la tempesta. Mimmo fa i conti con la pazzia del padre, che entra ed esce dal manicomio; Damiano con la possessività del suo, talmente accecato dalla gelosia da rendere impossibile la vita della bellissima moglie e non vedere il disperato bisogno di affetto del figlio. Sono adolescenti impigliati tra persone e avvenimenti che, senza alcuna possibilità di scelta, li costringono a crescere in fretta, ad affrontare i dolori che la vita presenta, a superare le paure. Tre ragazzini in bilico sul mondo, ma con la sconfinata voglia di diventare artefici del proprio destino, “di poter determinare, per quanto possibile, una porzione di futuro”.
Il terzetto non conosce spensieratezza. Nell’estate del ’63, di colpo, si riscoprono adulti troppo presto. Primo, l’unico uomo rimasto in famiglia, si prende cura della madre e della sorella Viola, di poco più piccola, ma dovrà affrontare i sensi di colpa per non esserci riuscito, fino a mettere in atto, con gli amici, una terrificante vendetta che sconvolgerà le loro vita e spazzerà via l’adolescenza, come polvere sotto un tappeto. Rintanarsi nella stanza e inventare le storielle che hanno come protagonista il loro papà, ancora in vita nella fantasia dei figli, non basterà per tenere distanti i pericoli, le paure. Non servirà ad evitare il naufragio.

Damiano, che ricorda Paul Newman, è il temerario del gruppo : “C’era qualcosa nello sguardo di quel ragazzo, occhi dove la paura non indugiava mai”. A lui spetta il compito di difendere la bellissima madre, ex attrice, non solo dalla voluttà degli uomini del paese, ma dalla possessività e dalla gelosia di un padre-padrone. Coraggioso al punto di sognare e progettare quel tuffo dalla scogliera, un vero e proprio richiamo verso il mare, verso una dimensione ignota e indecifrabile in cui si sente straniero come una povera creatura smarrita: “Ogni volta era una vertigine nuova sbilanciare la testa in avanti e affacciarsi sul blu profondo del mare”. Ma Damiano è anche quel ragazzo gentile, fragile, insicuro quando si trova vicino a Viola, il suo amore segreto.

E, infine, Mimmo, succube di una madre che lo vuole sacerdote a ogni costo: a differenza dei suoi amici, il suo destino se lo porta addosso, “era qualcosa di già deciso”. La fede è il suo porto sicuro, dove ritrovare quella lucidità che sembra aver perso suo padre, periodicamente rinchiuso all’interno di un manicomio, sebbene, in realtà, sia l’unico a dire cose sensate al punto da affascinare i tre ragazzi con le sue parole, le sue massime e i suoi pensieri. Ben presto, a seguito di eventi che si scoprono pagina dopo pagina, la loro giovinezza, che avrebbero dovuto proteggere, “finì di schianto”.

Tra la tempesta di un’adolescenza che “muore giovane” e la continua ricerca di un porto sicuro in cui trovare riparo, l’unica ancora di salvezza da lanciare nel mare burrascoso dell’esistenza è, nel romanzo di Sabatino, l’amicizia che lega indissolubilmente Primo, Mimmo e Damiano, suggellata da un patto reso sacro con il sangue di ognuno spillato e versato nella boccetta di acqua santa che Mimmo porta sempre con sé, e bevuta. La sacralità di tale amicizia li porterà a condividere ogni disavventura, fino alle tragedie che sconvolgeranno la loro vita, un’amicizia che consente anche di “starsene seduti per un’ora sullo schienale di una panchina senza scambiare una sola parola”. Il silenzio è il loro modo di comunicare, condividere le debolezze e mostrare quelle ferite che non evolvono in cicatrici, ma restano aperte a vita.

Questo romanzo di Sabatino pone dinanzi al male, al peccato, alla rabbia, all’atrocità e, per questo, può fare male all’anima. Potente, forte, violento, è lento all’inizio, ma diventa convulso e frenetico alla fine, trascinando il lettore in un turbinio di emozioni e sensazioni che lasciano presagire l’imminente catastrofe. Ma, “in quel contesto di annullamento di qualsiasi convenzione sociale, di azzeramento della civiltà”, in cui si è condotti nelle ultime pagine del libro, c’è ancora spazio per un gesto di umanità : “certe volte ci penso, a come saremmo potuti essere”, dice l’io narrante. Il resto è da scoprire, da leggere, pagina dopo pagina.

Recensione di Arcangela Saverino

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Conosci l'autore

Mirko Sabatino

1978, Foggia

Mirko Sabatino è nato a Foggia nel 1978 e vive tra Roma e Nardò. Si è laureato in Scienze della comunicazione con una tesi in Semiotica sul rapporto tra montaggio nel cinema e montaggio in letteratura. Lavora come editor e redattore free-lance. L'estate muore giovane (Nottetempo 2018) è il suo primo romanzo, segue La vita anteriore (Nottetempo 2021).

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