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Anno edizione: 2020
Anno edizione: 2016
La caducità umana può essere un argomento infido. Si può innegabilmente provare una sorta di disagio ad affrontare temi che la riguardano. Ma se fossimo vittime proprio del nostro rifiuto di accettare l'inesorabilità del ciclo vitale?
"Alice per la maggior parte del tempo portava vestiti dell'ospedale. Si svegliava quando glielo dicevano, si lavava e si vestiva quando glielo dicevano, mangiava quando glielo dicevano. Viveva con chiunque le dicevano che dovesse vivere. Alice si sentiva in prigione, come se l'avessero messa dentro per vecchiaia"
La caducità umana può essere un argomento infido. Si può innegabilmente provare una sorta di disagio ad affrontare temi che la riguardano. Ma se fossimo vittime proprio del nostro rifiuto di accettare l'inesorabilità del ciclo vitale? E se ci fossero invece approcci migliori, proprio lì, davanti ai nostri occhi, che chiedono solo di essere riconosciuti? Sicuramente la qualità di vita di anziani e malati potrebbe migliorare. Atul Gawande presenta e discute le principali difficoltà incontrate nell'Occidente industriale dai servizi assistenziali per gli anziani, e propone alternative. Nel suo classico stile equilibrato, lucido e coinvolgente, mostra come, per provare a migliorare la qualità della vita di persone molto anziane a malate, occorra prima di tutto interrogarsi su che cosa ciascuno di noi intende per qualità della vita così da accorgersi che ciò che rende la vita degna di essere vissuta non coincide soltanto con sicurezza e salute. Molte altre sono le sfide da affrontare quando il medico vuole fare meglio, e vuole far andare meglio le cose, quando ha cioè cura di ascoltare il paziente...Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un ottimo testo per comprendere la vecchiaia, e i bisogni e i desideri di questo momento della vita, cui tutti speriamo di giungere. Spesso si crede - e si desidera - di poter gestire la propria vita fino alla fine dei propri giorni, ma poi si è costretti a fare i conti con la malattia o, nel migliore dei casi, con un indebolimento progressivo del fisico e della mente. Allora, cosa fare? Sembra che la continua ricerca di una cura miracolosa, che non sempre esiste, o la casa di riposo rappresentino le uniche soluzioni possibili, ma Atul Gawande, a partire dall'esperienza di molti medici e pazienti, ci mostra che non è così.
Questo libro dimostra con chiarezza come la riflessione sulla mortalità, e sulla morte, sia di fatto sempre una riflessione sulla vita, sul tipo di vita che vogliamo avere. Una lettura mai deprimente, che spiega con chiarezza le possibilità del fine-vita e delle cure palliative, e si auspica una nuova idea di medicina meno interventista e più legata al benessere (anche psicologico) dei pazienti. Consigliatissimo.
Un libro da non perdere, che ci mostra i dilemmi che attanagliano molti (bravi) medici quando si avvicina il fine-vita di un loro paziente. Consigliabile sia a medici che a tutti noi pazienti.
Recensioni
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