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"Innovazione, ricerca, progresso, business. Parole talmente diffuse, in questi tempi di crisi, da diventare quasi monotone e abusate. Invece no: la ricetta per cercare di uscire dalla recessione prende vita proprio nelle idee rivoluzionarie: nel grande come nel piccolo. In questo libro, gli autori associano spazi e disegni a un concetto altrettanto intuitivo: l'innovazione è originale di per sé, ma per essere efficace deve rispondere a un certo numero di requisiti. Come fosse un dna: deve avere tutti i geni al loro posto per far funzionare al meglio l'intera struttura cui si applica. Una sorta di auto esame per chi pensa di aver trovato una nuova strada. Una sfida, certo. Ma anche innovare lo è. E non si è tutti innovatori: bisogna avercelo nel dna". Massimiliano Sciullo, Il Giornale del Piemonte
Lascio agli addetti ai lavori, la valutazione di merito sulla «modalità di creare». Questa metodologia di approccio genetico che caratterizza l'originale figura dell' innovatore, è tratteggiata in modo suggestivo - anche di fronte a occhi non esperti - da Massimo Carignano e dai suoi colleghi ricercatori. Il "sospetto", per così dire, che l'ipotesi possa funzionare, deriva soprattutto dall'approccio culturale con il quale Carignano & C. affrontano l'argomento innovazione. "Innovare - leggiamo - non è semplicemente rompere con il passato; consiste piuttosto nella capacità di guardare la realtà con occhi nuovi". L'innovatore, dunque, è innanzitutto un uomo "disponibile" nei confronti della realtà, che se ne lascia colpire, capace di "scoprire le infinite occasioni che si annidano nel vivere quotidiano". Anche quello apparentemente ovvio. Ecco, Il ricercatore è un uomo goloso di realtà, di bellezza, di vita. In questo sguardo si annida il seme della creatività e delle sue mirabolanti e concretissime declinazioni. Senza «concedere troppo al proprio pensare a discapito del proprio scoprire». Perché, come diceva Shakespeare nell'Amleto, "Ci sono più cose fra cielo e terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia." Mauro Pianta, La Stampa
Si scrive molto sull'innovazione, anche troppo; molto spesso a sproposito. Resta il fatto che trasformare un'idea in un successo è un processo difficile, interattivo e iterativo e prevede attività che permettono di elaborare in anticipo dei "business plan" e non solo dei "business dream" che generano inevitabilmente illusioni, frustrazioni e fallimenti. Il testo di Massimo Carignano e colleghi di avventura non lancia solo un'altra metodologia, di creazione e filtro, aggiunta alle esistenti; è vero, si basa, come altre, sull'uso intelligente del Web visto come "catalizzatore dell'innovazione che può accadere", ma, a differenza di molti altri metodi, sottolinea anche che "l'innovazione è una prerogativa universale dell'uomo, UNA CARATTERISTICA GENOMICA". L'approccio proposto ha proprio questo scopo: si basa sia sull'esperienza personale, arricchita e condivisa nella "galassia d'informazioni" che può essere il web, sia sulla capacità di lasciarsi guidare dal contesto, liberandosi da pregiudizi e da posizioni aprioristiche per dare spazio a nuovi schemi mentali forieri di idee moderne e vincenti: "raccontare le idee... con una carta d'identità genomica, con geni e cromosomi derivati che ricomposti infinite volte generano infiniti modi di pensare e creare". In questo approccio "la rete funziona come sistema nervoso centrale: il corredo cromosomico e gli organi vitali ce li mettiamo noi ... ". Noi dobbiamo, dapprima, creare e selezionare il cromosoma dell'idea mediante dieci geni pronti a rispondere nelle fasi successive di sviluppo dell'innovazione. In tal modo si generano più idee e si anticipa la selezione di quelle di successo. Le applicazioni della metodologia riportate nel testo sono interessanti e da discutere - liberi da pregiudizi e posizioni aprioristiche - per appropriarsi del metodo proposto e concorrerne a un nuovo sviluppo. Il che è certamente un'avventura culturale innovativa da terzo millennio. Giancarlo Michellone (Area Science Park)
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