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Libro candidato al Premio Strega Poesia 2024
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La poesia di Silvio Raffo da sempre si intrama in un ordito di fini cesellature e arditi voli, sorvegliatissimi nell'uso di un linguaggio piano, accessibile ma al tempo stesso originalissimo, di alta valenza simbolica. I versi del poeta (sono quartine per un anno bisestile, che hanno ciascuna una "episteme"), ispirati quasi sempre a vicende biografiche dello stesso, si librano al di sopra del terrestre, per attingere non già mondi metafisici o astratte dimensioni misteriosofiche, ma per denudare le mistificazioni non solo del pensiero, ma dell'agire umano. Esserci (il "Dasein" di Heidegger, il grande filosofo che in "Sein und Zeit" riportò al centro della speculazione l'essere-nel-mondo) è il titolo della raccolta. E così, forte di una autoironia che mai si compiace di sé, comprimaria e musa la "sua" Emily (Dickinson), il poeta riesce a far convivere vita e morte, in una sorta di enantiodromia eraclitea, smascherando gli stolidi conati, che l'uomo pone in atto per allontanare quella che Il poverello d'Assisi chiamava "sorella". Contro cui non ci sono antidoti, non essendovi possibilità di evitare il "trapasso". La magia della parola, nutrita dell'intus-legere, dote di spicco dell'autore, addomestica l'"ultimo" viaggio, così come addomestica l'amore: da lui vissuto sempre in controluce, in forma idealizzata, fantasmatica: perché il vero amore è quello che si coglie nella sua essenza, non quello che si dà nella sua concretezza. Così -almeno- la pensa il poeta, che trasfigura in immagini liriche di altissimo valore figurale e figurativo il sentimento per eccellenza. Non mancano, come in tutte le sue sillogi, momenti di leggerezza: quel bisturi degli dèi, che ricuce i brandelli di una vita non vissuta - quello di chi "poieta"-, di una vita non compiuta, di una vita recitata, in un mirabile arazzo. Giuseppe Fedeli, alias Jeff Qoélet
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