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Anno edizione: 2006
Anno edizione: 2012
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Libro interessante. Confesso l'ho comprato perchè qualche settimana fa ho visto insieme a mio figlio la partenza della navicella Columbia ed ho notato un grosso interesse nel bimbo (8 anni). Ho deciso quindi di approffondire ogni tema sull'esplorazione spaziale per coinvolgerlo maggiormente. Questo ritengo sia, nonostnate o forse sopratutto, per il numero di pagine, un manuale pratico e che trasmette la passione dell'autore.
Recensioni
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Riuscirà la sonda giapponese "Falco" / Hayabusa a ritrovare la strada di casa e riportare sulla Terra un campione prelevato sulla superficie dell'asteroide Itokawa? Perchè all'inizio del secolo scorso l'esistenza dei marziani era data per scontata? Come funziona una fionda gravitazionale? Perchè 4440 è una sorta di numero magico per l'astronomia? Quanti pianeti extrasolari saranno scoperti nei prossimi anni, aggiungendosi ai duecento già individuati? Qual è la probabilità che su uno di questi pianeti si verifichi quella "strana fluttuazione statistica che chiamiamo vita"?
Queste alcune delle domande cui cerca di dare risposta il bel libro scritto, come un emozionante e partecipato racconto, da uno dei protagonisti della ricerca spaziale, Giovanni Bignami, già direttore scientifico dell'Agenzia spaziale italiana, docente presso l'Università di Pavia, Direttore del Centre d'Etude Spatiale des Rayonnements di Tolosa e direttore del consiglio scientifico dell'Agenzia spaziale europea.
Dopo un velocissimo riassunto delle principali tappe dell'astronomia a occhio nudo e di quella con il telescopio, questo piccolo volume (edito nella collana "Farsi un'idea") racconta la "breve" storia dell'esplorazione spaziale, concentrandosi sulla ricerca astronomica e astrofisica compiuta con sonde capaci di effettuare osservazioni in situ nello spazio immenso che va dal tetto dell'atmosfera terrestre sino (per ora) ai confini del nostro sistema solare. Sono infatti passati quasi cinquant'anni dal lancio del primo satellite artificiale terrestre "Compagno di viaggio" / Sputnik, e poco meno dall'ottobre 1959, quando la sonda sovietica Luna 3 inviò la prima fotografia dell'altra faccia invisibile dalla Terra del nostro satellite naturale. L'inizio dell'avventura spaziale è folgorante: in poco più di un decennio dal piccolo satellite delle dimensioni di un pallone da calcio, il progetto Apollo un "anomalo picco di coraggio e tecnologia" nella storia dell'umanità porta un uomo a calpestare il suolo lunare. Segue, con una progressione costante e senza interruzioni, l'esplorazione dei corpi maggiori del sistema solare, partendo dai pianeti rocciosi interni, più vicini e simili alla Terra sino a "visitare", con sonde e moduli di discesa, una buona parte dei giganti gassosi esterni, con i loro anelli e i loro numerosissimi e ancora poco noti satelliti naturali, come il vulcanico Io, il gelido Europa, il misterioso Titano, le lune "pastori" degli anelli di Saturno. E ancora, la caccia alle comete ("grandi impostori" dello spazio) e agli asteroidi, le difficoltà e gli errori di previsione delle missioni abitate dopo l'Apollo, con le grandi e costose (e poco utili) stazioni spaziali, sino ai progetti per le future missioni ai confini del sistema solare e per la ricerca di altre banalissime stelle nane di mezza età (come il nostro Sole) e di possibili forme di vita nei loro dintorni.
Il libro offre non solo una miriade di informazioni e una semplice e mai banale introduzione a quella complessa, totalmente interdisciplinare e forse un po' negletta disciplina che è l'astrofisica, ma cattura anche la fantasia del lettore con godibili aneddoti, notazioni di costume, osservazioni, ricordi personali. Come, ad esempio, le reazioni dei due compagni di scuola dell'autore, politicamente impegnati su fronti opposti al liceo Parini, quando lo Sputnik "ruba" la prima pagina, anche sul conservatore "Il Corriere della Sera", al congresso nazionale della Dc. Oppure, quando sottolinea "provocatoriamente" che le conoscenze di oggi smentiscono la previsione del filosofo Kant (cui lungo il libro è tributato più di un omaggio) che immaginava, al di là di Saturno e Urano, una serie di pianeti giganti ancora da scoprire. Affascinante, infine, è la capacità di far cogliere la poesia dei nomi: Sharad, Thor, Vostok, Encelado, Peenemunde, Aldebaran. Già, Aldebaran... tra quanti milioni di anni la sonda Pioneer 10 raggiungerà la stella Aldebaran nella costellazione del Toro, nostra vicina?
Roberto Destefanis
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