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Il Medioevo è stato dipinto per lungo tempo come un’epoca in cui la società era uniformemente cristiana e gli individui immancabilmente sottomessi dell’autorità della Chiesa. Negli ultimi decenni gli storici hanno reagito a questa rappresentazione astratta della civiltà medievale, mettendo l’accento sugli aspetti profani e sulla permanenza di una cultura “folklorica” nel seno della cristianità. L’obiettivo di questo libro è mostrare che uomini e donne hanno prodotto anche forme di religiosità eccentriche rispetto al modello dominante, alla cui base c’è la ricerca di un contatto con il soprannaturale tramite mediazioni materiali e concrete: reliquie, luoghi di culto, immagini devote, santuari.
I saggi qui raccolti – tradotti per la prima volta – riguardano in larga misura l’Italia e il piano dell’opera riflette le tematiche comuni ai diversi gruppi di studi. Le prime due sezioni (“La santità dei laici” e “Santità al femminile”) s’inseriscono nel solco dei basilari lavori condotti da Vauchez sulla santità e l’agiografia medievali. Quella successiva (“L’uomo medievale e il sacro: luoghi d’incontro”) segue sentieri di ricerca meno battuti, affrontando la questione dei luoghi e dei quadri attraverso cui avveniva la mediazione – informale o ritualizzata – tra i fedeli e il soprannaturale: la parrocchia, la cattedrale, le reliquie, il miracolo, la religione civica, il corpo e la tomba. L’ultima sezione (“Tempo e spazio nella religiosità medievale”) si interessa dei processi di cristianizzazione dello spazio e del tempo, analizzati in particolare nel contesto dei pellegrinaggi e dei santuari.
Ne esce il quadro di un Medioevo che fu senz’altro religioso ma non così “ortodossamente” cristiano come si è sostenuto per lungo tempo.
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Ho letto già il primo saggio qui raccolto e mi è piaciuto molto. Ovviamente mi interessa l'argomento ma trovo che sia un libro da avere in libreria per chi ama studiare il medioevo
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