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Dietro i colpi di scena di un thriller imprevedibile e dai ritmi serrati, Enrico Musso ci consegna un duro atto di accusa a una classe politica arrivista, corrotta e incompetente, qui descritta con i dettagli iperrealistici, a tratti ironici e grotteschi, che la ritraggono nel suo inesorabile sfacelo.
Non si possono fare buone leggi in un paese marcio fino al midollo.
Quando il partito gli offre un posto da senatore, Gabriele Corso è un «esponente della società civile», un non professionista della politica. Docente universitario specializzato in geographical economics e presenza fissa nei talk show della sera, ha accettato la proposta di candidarsi mosso dall’ambizione di fare leggi migliori, di «mettersi al servizio di milioni di elettori». Una prospettiva che crolla nel momento in cui, ormai seduto sugli scranni di Palazzo Madama, Corso si ritrova a dover fare da relatore a una legge sull’energia attorno a cui si addensano gli interessi di molti: uomini di potere, grandi imprese e organizzazioni mafiose. Nell’arco di due settimane, in una catena di eventi che s’inseguono tra aule parlamentari, lussuose ville, redazioni giornalistiche e studi televisivi, la vita di Corso si lega a doppio filo con quella di altri personaggi. Due donne sopra tutti: Sonia, una mistress fra le più richieste della capitale, e Dar’ya, economista dell’OCSE esperta di temi energetici e arti marziali. Soltanto loro potranno correre in aiuto quando Corso si renderà conto, forse troppo tardi, che a essere messa in discussione non è più soltanto la legittimità del suo ruolo, ma la sua stessa incolumità. Dietro i colpi di scena di un thriller imprevedibile e dai ritmi serrati, Enrico Musso – con alle spalle anni di esperienza parlamentare – ci consegna un duro atto di accusa a una classe politica arrivista, corrotta e incompetente, qui descritta con i dettagli iperrealistici, a tratti ironici e grotteschi, che la ritraggono nel suo inesorabile sfacelo.L'articolo è stato aggiunto al carrello
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